Oggi si terrà un cda molto importante per Carige, da cui potrebbe emergere un quadro più chiaro sulla strategia che la banca intende adottare per la dismissione degli npl e sull’ammontare dell’aumento di capitale, su cui la Bce pone grossa attenzione. Sarà anche il primo board a cui parteciperà il neo Ceo Paolo Fiorentino.
Il piano messo a punto dal precedente Ad Guido Bastianini prevedeva lo scorporo di 2,4 miliardi di npl ad un veicolo ad hoc, le cui azioni sarebbero state assegnate direttamente agli azionisti della banca. L’aumento di capitale approvato dal cda secondo quanto stabilito dai precedenti vertici era pari a 450 milioni, aumentabile con la conversione in azioni di titoli Tier1 e Tier2 di 160 milioni.
Lo schema del precedente vertice non era stato accolto favorevolmente da Vittorio Malacalza, azionista di riferimento dell’istituto ligure con il 17,58% del capitale, il quale aveva presentato una mozione di sfiducia nei confronti di Bastianini, poi approvata dal cda.
Tornando al tema degli npl, in settimana, secondo rumor di stampa, dovrebbe essere finalizzata la cartolarizzazione del portafoglio di 938 milioni di npl, già approvata dal cda, mediante il ricorso alle Gacs. I titoli emessi nell’ambito dell’operazione dovrebbero essere collocati presso investitori istituzionali ad un prezzo pari al 31% del nominale.
Sempre secondo gli stessi rumor, in riferimento agli altri 2,4 miliardi di crediti deteriorati che secondo il piano originario sarebbero dovuti confluire in una società ad hoc, il neo Ad Fiorentino starebbe pensando di affidare la gestione dei recuperi ad una struttura interna dedicata. Nel frattempo, il manager starebbe procedendo con l’analisi della due diligence effettuata sugli npl da parte di Prelios.
Fiorentino, inoltre, dovrebbe ricevere dal board le deleghe per procedere ad una eventuale cessioni di immobili ed alcune partecipazioni allo scopo di reperire liquidità dell’istituto. Il valore in bilancio del portafoglio immobiliare di Carige si aggirerebbe tra i 700 milioni e il miliardo. In riferimento alle partecipazioni potrebbe essere ceduta la quota eccedente il 3% di Bankitalia e quella in Autostrada dei Fiori. Le stesse fonti riportano che la cessione potrebbe interessare anche la controllata Cesare Ponti, operante nel private banking. Fiorentino avrebbe già iniziato ad esaminare alcuni dossier.
Il ricavato dalle eventuali cessioni potrebbe servire a diminuire l’entità dell’aumento di capitale di cui l’istituto necessita, connesso con la gestione degli npl, punto centrale su cui la Bce ha acceso il faro. L’aumento di capitale approvato sulla base del piano del precedente Ad ammontava a 450 milioni, ma secondo le indiscrezioni tale cifra potrebbe ora salire a 600-800 milioni. L’azionista di riferimento Vittorio Malacalza vorrebbe arrivare ad una soluzione che riesca a rilanciare la banca.
La settimana scorsa l’incertezza legata all’entità del fabbisogno finanziario aveva penalizzato il titolo, il quale aveva lasciato sul terreno il 3,1 per cento. Questa mattina, invece, le azioni a Piazza Affari sono partite in rialzo, guadagnando intorno alle 09:45 il 3,2% a 0,19 euro, mentre il Ftse Italia Banche sale dell’1,7 per cento.