Apertura in ribasso per i listini europei in una giornata che vedrà Wall Street rimanere chiusa per l’Independence Day. Intorno alle 9:10 il Ftse Mib di Milano arretra dello 0,4% in area 20.940 punti, sostanzialmente in linea con il Dax di Francoforte (-0,4%), il Ftse 100 di Londra (-0,5%), il Cac 40 di Parigi (-0,5%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,6%).
Per quanto riguarda l’agenda macroeconomica, l’unico dato rilevante della giornata è rappresentato dai prezzi alla produzione nell’Eurozona di maggio, mentre sul fronte banche centrali è previsto un intervento di Praet della Bce.
Sul Forex si rafforza lo yen (USD/JPY in calo a 112,9) dopo il nuovo test missilistico della Corea del Nord, mentre il dollaro australiano perde terreno dopo la decisione della banca centrale di lasciare i tassi invariati. L’euro/dollaro scambia sui valori della seduta precedente, in area 1,136.
Fra le materie prime il petrolio consolida i recenti guadagni di otto sedute consecutive, con Brent e Wti rispettivamente a 49,5 e a 46,9 dollari al barile.
Scarsi movimenti sull’obbligazionario, dove il rendimento si attesta al 2,13% e lo spread con il Bund è in lieve rialzo a 166 punti base.
A Piazza Affari partono relativamente bene i bancari, tra cui spicca UNICREDIT (+0,9%) che ha perfezionato la vendita di Pioneer Investments ad Amundi per un corrispettivo di 3,5 miliardi, a cui si aggiunge un dividendo straordinario di 315 milioni incassato di recente. In lieve rialzo anche UBI (+0,6%), INTESA (+0,3%), BANCO BPM e BPER (+0,1%).
Arretrano invece le utilities, con TERNA (-1,1%), SNAM (-0,9%) ed ENEL (-0,8%) tra le peggiori, così come TELECOM ITALIA (-0,9%).
Nel comparto automotive lieve ribasso per FCA (-0,4%), dopo i dati sulle immatricolazioni in Italia. Il Gruppo ha registrato un incremento del 12,6% contro il +12,9% messo a segno dal mercato complessivo.
Fuori dal listino principale acquisti su BANCA CARIGE (+4,5%) che ha approvato la strategia di gestione degli npl e le azioni di rafforzamento patrimoniale. Previsto un aumento di capitale fino a 500 milioni, mentre 200 milioni verranno reperiti dalla cessione di alcuni asset di pronta valorizzazione. Per quanto riguarda le sofferenze, verranno smaltiti altri 1,2 miliardi dopo i 940 milioni ceduti nell’esercizio corrente.