Mercati – Milano chiude in controtendenza, la Bce affonda l’obbligazionario

Chiusura in rosso per le borse europee, complice l’andamento negativo di Wall Street nonostante il forte rimbalzo del petrolio. In calo il Dax di Francoforte (-0,6%), il Ftse 100 di Londra (-0,4%), il Cac 40 di Parigi (-0,5%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,3%), mentre il Ftse Mib di Milano ha archiviato le contrattazioni in controtendenza con un rialzo dello 0,7% a 21.084 punti.

Dopo la diffusione delle minute della riunione dello scorso 8 giugno della Fed, le quali hanno confermato che il board sta discutendo di avviare il processo di riduzione del bilancio dell’istituto centrale seppure con qualche divergenza sulle tempistiche, oggi è stato il turno della Bce di pubblicare i verbali dell’ultima riunione sulla politica monetaria.

Dal rapporto è emerso che a Francoforte si è già cominciato a parlare di eliminare l’impegno a estendere il Qe, anche se per ora si è deciso di non procedere in attesa di segnali più consistenti di ripresa dell’inflazione.

Sembra comunque concretizzarsi la prospettiva che la Bce si appresti ad avviare il graduale processo di allentamento degli attuali stimoli monetari, ipotesi che ha avuto un immediato effetto sul mercato obbligazionario. Si impennano, infatti, i rendimenti dei bond governativi, con il tasso sul Btp risalito di circa 11 basis point al 2,26% separato da uno spread con il Bund in area 170 punti base.

Della prospettiva dell’imminente fine dell’era della politica monetaria ultra accomodante ha beneficiato invece l’euro, in rialzo sia sul dollaro (EUR/USD a 1,14) sia sullo yen (EUR/JPY a 129). A penalizzare il biglietto verde hanno contribuito poi anche i dati deludenti sul mercato del lavoro americano, che anticipano le statistiche del Bureau of Labour sui non farm payrolls in uscita domani.

Secondo il report dell’Adp, i nuovi posti di lavoro creati in giugno dal settore privato sono stati 158 mila, nettamente inferiori sia alla rilevazione di maggio pari a 230 mila (rivista al ribasso da 253 mila) sia ai 188 mila stimati dal consensus.

Tra le materie prime, infine, decisa rimonta del petrolio, con il Brent (+2,4% a 48,9 dollari) e il Wti (+2,6% 46,3 dollari) che hanno accelerato al rialzo dopo che i dati settimanali pubblicati dall’Eia hanno mostrato un calo delle scorte Usa superiore alle attese.

Tornando a Piazza Affari, spicca BREMBO (+4,5%), la migliore del Ftse Mib dopo la debolezza delle ultime sedute. Acquisti sui bancari, in particolare su UNICREDIT (+2,9%) e BANCO BPM (+3,5%), quest’ultima sostenuta anche dalla conferma del giudizio ‘buy’ con target price a 3,4 euro da parte di Citigroup.

Bene FINECO (+2,1%) che ha comunicato i dati relativi alla raccolta netta di giugno, risultata positiva per 456 milioni, portando il totale da inizio anno a 2,9 miliardi.

Non riescono ad approfittare del balzo del greggio, invece, i petroliferi ENI (-0,6%), SAIPEM (-0,4%) e TENARIS (-0,9%), mentre scivolano in fondo al listino RECORDATI (-1,5%) e A2A (-1,4%).