Variazioni frazionali per i principali listini del Vecchio Continente, con il Ftse in calo dello 0,4% 20.939 punti appesantito soprattutto dai petroliferi. Medesimo l’andamento per l’Ibex 35 di Madrid (-0,2%). Il Dax di Francoforte, il Ftse 100 di Londra e il Cac 40 di Parigi hanno chiuso le contrattazioni in frazionale rialzo dello 0,1 per cento.
In una giornata scevra di notizie sulle utilities e rinnovabili, l’indice Ftse Italia Servizi Pubblici ha chiuso la sessione in calo dello 0,8%, poco distate dal -0,9% segnato dal corrispondente indice europeo Stoxx 600 Utilities.
Tra le Big Cap gli acquisti hanno interessato solo la multiutility A2A che recupera lo 0,9% chiudendo la sessione a 1,45 euro, mentre Italgas ha lasciato sul terreno un ulteriore 1,4% a 4,38 euro. Invariata Terna nella giornata in cui è stata comunicata la sigla dell’accordo tra l’utility regolata e il consorzio Interconnector Italia, che raggruppa imprese private cosiddette “energivore” (consumatori industriali principalmente nei settori dell’acciaio, della carta e della chimica), per la realizzazione e l’esercizio della parte privata del progetto di interconnessione elettrica in corrente continua a 320 kV che collegherà l’Italia con la Francia. Il collegamento consentirà di aumentare di circa il 40% la capacità di interscambio elettrico tra Italia e Francia, in linea con la strategia europea di rafforzamento delle interconnessioni elettriche tra i paesi membri per potenziare la sicurezza degli approvvigionamenti e accrescere il livello di competitività dei mercati.
Denaro invece sulle Mid Cap spicca il recupero di Acea che accumula un vantaggio dell’1,1% 13,20 euro. Ascopiave, Iren ed Erg hanno archiviato lo la giornata con +0,1%, mente la multiutility Hera ha segnato un lieve ribasso dello 0,5% chiudendo a 2,67 euro.
Tutte in rosso le Small Cap ad eccezione del Gruppo Waste Italia la cui sessione ieri si è chiusa in rialzo del 2,5 % a 0,12 euro.