Il Ftse Mib termina l’ottava con un guadagno del 2,1%, sostenuto anche da alcuni dati macro che confermano la ripresa in corso dell’attività manifatturiera in Italia, ma soprattutto dall’ottimo andamento del comparto bancario.
Quest’ultimo ha trovato slancio grazie alla risoluzione dei casi più critici, che vedevano coinvolti le banche venete e Mps. L’indice di settore, infatti, chiude la settimana con uno scatto del 4,9%, sovra-performando di un punto percentuale quello europeo (+3,9%). Il settore creditizio ha trovato giovamento anche dalle parole pronunciate dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, il quale ha assicurato che non ci sono altri focolai di crisi. Tutto questo porterà a uno scenario più roseo sul comparto per il prossimo futuro.
E a proposito di Mps, proprio in settimana l’istituto toscano ha ricevuto l’ok definitivo da parte della Commissione Ue alla ricapitalizzazione precauzionale, che comporterà un intervento dello Stato per 5,4 miliardi, di cui 3,9 miliardi come aumento di capitale.
Rialzo generalizzato per quasi tutti i titoli del settore, tra cui spicca Ubi con un balzo del 9,3% ancora in scia al successo dell’aumento di capitale da 400 milioni, che ha visto la sottoscrizione di tutte le azioni emesse. Inoltre, le azioni hanno beneficiato anche della conferma del ‘buy’ con target price a 4,5 euro attribuito da Citigroup.
Forti acquisti su Bper (+7,4%), le cui azioni beneficiano del closing per l’acquisto di Cariferrara, che sarà incorporata entro fine anno, nonché dell’assegnazione del giudizio ‘outperform’ con target price a 5,9 euro da parte di Mediobanca. A proposito della banca emiliana, il Ceo Alessandro Vandelli, a proposito dell’acquisto del 40% di Arca Sgr in mano alle banche venete e che vede coinvolta anche Popolare Sondrio (+5,4%), ha sottolineato che si stanno facendo ancora delle valutazioni.
Molto bene Unicredit (+7%) grazie anche al perfezionamento della cessione di Pioneer ad Amundi, da cui scaturirà una plusvalenza netta di 2,1 miliardi, la quale porterà un incremento di 84 punti base del Cet1. Inoltre, le quotazioni hanno tratto giovamento anche dal giudizio ‘overweight’ con target price a 21 euro assegnato da Jp Morgan.
Si mette in luce anche Banco Bpm con un rialzo del 4,5%, anche per merito della conferma del ‘buy’ con target price a 3,4 euro da parte di Citigroup.
Tra le Mid Cap in evidenza Credem con un guadagno del 2,5% nella settimana in cui ha emesso obbligazioni subordinate Tier2 per un valore nominale di 100 milioni, al fine di rafforzare ulteriormente la propria posizione patrimoniale.
Nello Small Cap Creval termina con un progresso del 2,9% grazie anche all’avvicinarsi della dismissione degli 1,5 miliardi di crediti deteriorati, probabilmente ad un prezzo maggiore di quello stimato nel piano, nonché all’acquisto per 11 milioni del 47% di Generalfinance con lo scopo di rafforzarsi nel factoring.
Carige, invece, chiude la settimana con un mega rimbalzo del 28,9%, con il mercato che adesso vede concrete possibilità di rilancio per l’istituto ligure dopo l’approvazione da parte del cda del piano di rafforzamento patrimoniale da 700 milioni, di cui 500 milioni saranno reperiti tramite un aumento di capitale e i restanti 200 milioni attraverso la cessione di alcuni asset. Inoltre, gli investitori hanno trovato molto positiva l’intenzione della banca di procedere con la dismissione di ulteriori 1,2 miliardi di npl per ridurre la propria esposizione. E a proposito di npl, l’istituto ligure ha avviato la cartolarizzazione del portafoglio da 938,3 milioni confluito in un veicolo creato ad hoc, a fronte del quale sono stati emessi i titoli da collocare sul mercato e interamente sottoscritti dalla banca.