Il Ftse Mib archivia gli ultimi cinque giorni con un progresso del 2,1% superando di poco i 21 mila punti, mentre il comparto in esame arretra del 2,5% risentendo anche del sentiment negativo dell’Euro Stoxx Tmi Media (-2,3%). Male Mediaset (-6,4%), in luce Rcs (+1,9%) e Italiaonline (+12,4%).
Ottava positiva per il Ftse Mib che chiude gli ultimi cinque giorni a 21.015 punti in rialzo del 2,1 per cento, grazie soprattutto agli acquisti nei comparti bancario e tecnologico. In controtendenza il Ftse Italia Media perde il 2,5 per cento, in scia al calo del 2,3% del corrispondente indice di comparto europeo.
Pioggia di vendite sul titolo Mediaset, sceso a 3,2 euro con un decremento del 6,4 per cento. Le quotazioni potrebbero risentire tra l’altro del downgrade operato dagli analisti di Exane Bnp Paribas, la cui raccomandazione è passata da ‘hold’ a ‘reduce’. Ridotto anche il target price da 3,5 a 2,7 euro. Il titolo aveva già subito negli ultimi giorni tagli di valutazione. Ieri Jp Morgan ha portato a 3,6 euro il prezzo obiettivo, mentre a giugno Citigroup ed Equita Sim hanno ridotto il target price rispettivamente a 3,75 e 3,9 euro. A poco sono servite le rassicurazioni del vice presidente e amministratore delegato, Pier Silvio Berlusconi, che ha precisato “Quest’anno contiamo di tornare all’utile. Per parlare di dividendi è ancora troppo presto”.
Cairo Communication cede lo 0,4 per cento, mentre il titolo della controllata Rcs guadagna l’1,9 per cento. La casa editrice del Corsera ha raggiunto un accordo con Intesa SanPaolo su un term-sheet per l’organizzazione, sottoscrizione a fermo e concessione da parte di Intesa SanPaolo di un finanziamento di 332 milioni, con scadenza al 31 dicembre 2022. Lo stesso è finalizzato al rifinanziamento totale del debito bancario di cui al contratto originariamente sottoscritto con un pool di banche nel giugno 2013 ed in seguito modificato (da ultimo nel giugno 2016).
Performance brillante per il titolo Italiaonline, che registra un balzo del 12,4 per cento, beneficiando tra l’altro del report di Banca Imi, che ha avviato la copertura sul titolo con rating buy e target price a 4,2 euro.
Rialzo del 5% per il titolo Caltagirone Editore, che resta sopra il prezzo di un euro fissato con l’Opa volontaria lanciata da Chiara Finanziaria, chiudendo a 1,21 euro. Alcuni investitori rappresentanti il 4,4% del capitale di Caltagirone Editore avrebbero chiesto una revisione del prezzo dell’offerta pubblica di acquisto fissato in 1 euro dalla famiglia Caltagirone. In particolare i fondi azionisti sostengono che il titolo varrebbe almeno 3,85 euro e pertanto hanno chiesto l’intervento di Consob e Borsa Italiana denunciando “il tentato esproprio ai danni delle minoranze”.
Buona performance anche per il titolo Mondadori, che guadagna lo 0,6 per cento, positivamente influenzato dalle dichiarazioni dell’Ad, Ernesto Mauri, che ha anticipato un andamento positivo per il primo semestre del gruppo, trainato dal digitale, che dovrebbe permettere di raggiungere gli obiettivi indicati per fine anno.
Chiusura in ribasso per Gedi Gruppo Editoriale (-3,9%), alle prese con il closing dell’integrazione con Itedi. Il nuovo gruppo conta su oltre 705 milioni di fatturato, dei quali 395,7 milioni derivanti dalla raccolta pubblicitaria e 310,2 milioni da ricavi diffusionali. L’Ebitda 2016 dell’entità combinata supera i 55 milioni, includendo 7,7 milioni di costi di riorganizzazione del Gruppo Espresso. L’aggregazione dei risultati finali dei due gruppi porta ad un utile netto di 11,9 milioni, pari all’1,7% del totale ricavi.
Scende del 3% il titolo Il Sole 24 Ore. La casa editrice di Confindustria ha comunicato, su richiesta della Consob, che a fine maggio scorso l’indebitamento finanziario netto del gruppo era pari a 54 milioni, in aumento rispetto ai 50,7 milioni di fine 2016, per effetto principalmente dell’andamento del flusso dell’attività operativa.