A pochi minuti dall’avvio debole di Wall Street i listini continentali mostrano ancora un andamento incerto. Intorno alle 15:40 il Ftse Mib si attesta sulla parità, sostanzialmente in linea con il Dax di Francoforte (+0,1%), mentre il Cac 40 di Parigi (-0,3%), il Ftse 100 di Londra (-0,5%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,5%) scambiano in territorio lievemente negativo.
Anche oggi l’agenda macro non prevede appuntamenti di rilievo, eccetto i dati di maggio sulle scorte all’ingrosso americane che saranno resi noti a breve. In Italia, invece, sono stati diffusi in mattinata i numeri di maggio sulla produzione industriale, che hanno evidenziato un incremento su base mensile oltre le attese (+0,7%) e un aumento del 2,8% rispetto ad un anno prima.
L’attenzione degli operatori è comunque già proiettata al doppio intervento del presidente della Fed Janet Yellen, mercoledì alla Camera dei Rappresentanti e giovedì al Senato, da cui potrebbero giungere ulteriori indicazioni sui prossimi rialzi dei tassi di interesse. Cresce, inoltre, l’attesa per l’avvio della nuova stagione delle trimestrali in Usa, che si aprirà venerdì con i conti di alcune grandi banche d’affari. Qualora le società a stelle e strisce dovessero presentare risultati migliori delle aspettative, potrebbero fornire nuova linfa al trend rialzista dei mercati internazionali.
Intanto, questa mattina il presidente della Fed di San Francisco John Williams ha dichiarato di attendersi ancora uno o più rialzi nel 2017, oltre all’avvio a breve del programma di riduzione del bilancio della banca centrale Usa, affermando che la recente frenata dell’inflazione è da considerarsi transitoria.
Nel frattempo, tra le valute il cambio euro/dollaro si mantiene sostanzialmente stabile in area 1,14, mentre si indebolisce lo yen sia nei confronti del biglietto verde (USD/JPY a 114,3) sia della moneta unica (EUR/JPY a 130,3), dopo che il governatore della BoJ Kuroda ha confermato l’intenzione di mantenere gli stimoli monetari in corso finché non sarà raggiunto l’obiettivo del 2 per cento.
Tra le materie prime resta in flessione il petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 44,3 e a 46,7 dollari al barile, appesantiti dalle preoccupazioni legate alla sovrapproduzione e dal taglio delle stime sui prezzi di numerose banche. Sull’obbligazionario, invece, lo spread Btp-Bund resta sui valori dell’apertura in area 175 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 2,301 per cento.
A Piazza Affari avanza ancora BPER (+2,3%), che oggi riunisce il cda per valutare probabilmente l’acquisto del 40% di Arca insieme a Popolare di Sondrio. Tra i bancari proseguono gli acquisti anche su UBI (+1,3%), MEDIOBANCA (+1,9%) e BANCO BPM (+1,2%), che ha confermato la possibilità di integrazione della controllata Aletti Gestielle in ANIMA (+0,4%).
In evidenza anche FCA (+1,6%) nonostante l’emergere di un nuovo capitolo del Dieselgate. Le autorità olandesi, infatti, hanno informato il Tribunale di presunti sospetti sull’uso di un software in grado di manipolare le emissioni nocive da parte di Jeep Grand Cherokee. Sempre nell’automotive, invece, vendite su BREMBO (-2%).
Rallenta STM (+0,4%), agevolato in mattinata da JP Morgan che ha migliorato il giudizio sul colosso italo francese dei semiconduttori da ‘neutral’ a ‘overweight’, alzando il target price a 16,3 euro dal precedente prezzo obiettivo di 14,4 euro. TELECOM ITALIA, invece, scambia sulla parità dopo il rimbalzo della mattinata in scia alle parole di Cattaneo, che ha rassicurato sulla sua permanenza fino alla scadenza del contratto nel 2020.
In rimonta MEDIASET (+0,8%) che potrebbe beneficiare anche del giudizio ‘outperform’ assegnato dagli analisti di Macquarie (dal precedente ‘neutral’), con target price aumentato da 4 euro a 4,30 euro. Deboli le utilities dopo i rialzi della seduta precedente, così come i petroliferi, tra cui SAIPEM cede l’1 per cento.