Fca – Verso la fine dello scandalo Dieselgate in Usa

Sembra avvicinarsi la conclusione dello scandalo Dieselgate che ha coinvolto la casa di Detroit negli Stati Uniti, dopo che l’Epa a gennaio e il Dipartimento di Giustizia a maggio hanno accusato il gruppo di utilizzare i cosiddetti defeat device che consentivano emissioni superiori alla norma a 104 mila veicoli diesel venduti dal 2014 al 2016.

Di ieri infatti la notizia che il giudice federale di San Francisco Edward Chan, incaricato di sovraintendere al caso, ha nominato quale mediatore Ken Feiberg per cercare di trovare un accordo tra le parti.

Feinberg ha già ricoperto in passato un ruolo analogo nei risarcimenti legati a grandi scandali aziendali, tra cui in particolare ha agito da consulente di Volkswagen proprio nella vicenda costata 25 miliardi di dollari che ha travolto il gruppo tedesco nel settembre 2015.

La notizia è stata accolta positivamente dagli analisti in quanto riduce ulteriormente il rischio, già da molti considerato remoto, di una multa sostanziosa per Fca. Un eventuale accordo, infatti, consentirebbe un limitato cash-out per il gruppo, eliminando gli elementi di incertezza che hanno pesato sulle quotazioni del titolo negli ultimi mesi.

L’Epa però ha parzialmente spento gli entusiasmi, dichiarando di voler affrontare la questione delle emissioni “in maniera molto aggressiva” e prefigurando che una soluzione potrebbe comunque non essere così facile da raggiungere.

Nonostante le rassicurazioni dell’Amministratore delegato Sergio Marchionne, che in più occasioni ha ribadito che tale scandalo non avrebbe influito sui conti del gruppo, l’ombra di potenziali sanzioni è stato uno dei principali catalyst in negativo del titolo in borsa nella prima parte del 2017.

Molti analisti hanno più volte sottolineato che i fondamentali di Fca restano solidi e l’eventuale risoluzione del caso sulle emissioni consentirebbe al mercato di tornare a concentrarsi sui risultati economici del gruppo, con il raggiungimento dei target fissati nel piano industriale al 2018 che rappresentano la vera sfida per il Lingotto, mentre il dollaro potrebbe costituire un problema nel secondo semestre di quest’anno se dovesse confermarsi sui livelli attuali.

Mentre negli Stati Uniti la vicenda sembra volgere verso una conclusione, però, in Europa si è aperto un nuovo fronte del Dieselgate, con l’Olanda che ha fatto sapere lunedì che indagherà su possibili violazioni delle emissioni di 27 mila modelli Jeep.

Come sottolineato da diversi analisti, comunque, la notizia non sembra in grado di destare molte preoccupazioni, dato il numero limitato di veicoli coinvolti e il rischio contenuto di ingenti sanzioni monetarie, con la vera partita che resta da giocarsi dall’altra parte dell’oceano.