Le borse del Vecchio Continente proseguono in territorio positivo in attesa del primo intervento di Janet Yellen davanti al Congresso Usa, previsto nel pomeriggio. Poco prima delle 12:00 scambiano in rialzo il Ftse Mib di Milano (+1%), il Ftse 100 di Londra (+0,9%), il Cac 40 di Parigi (+0,9%), il Dax di Francoforte (+0,7%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,6%).
Il focus di oggi sarà dunque sulla testimonianza semestrale alla Camera da parte del presidente della Fed, che domani terrà un’altra audizione al Senato. Gli operatori si attendono la conferma di un ulteriore rialzo dei tassi di interesse quest’anno, oltre all’annuncio dell’avvio in settembre del piano di riduzione del bilancio della banca centrale.
Pochi spunti nel frattempo dall’agenda macroeconomica, che ha visto la diffusione dei dati di maggio sulla produzione industriale dell’Eurozona, migliori delle aspettative (+1,3% m/m, +4% a/a) e quelli sulla disoccupazione del Regno Unito, che nel trimestre marzo-maggio è lievemente calata al 4,5 per cento.
Sul Forex, il dollaro resta debole nei confronti dell’euro (EUR/USD a 1,145) in attesa della Yellen e dopo la pubblicazione di alcune e-mail del figlio di Trump che confermano l’intervento della Russia nella campagna elettorale Usa a sostegno del magnate newyorchese. Biglietto verde che cede terreno anche nei confronti dello yen (USD/JPY a 113,4), risalito anche sulla moneta unica (EUR/JPY a 129,8).
Di riflesso all’indebolimento del biglietto verde rimbalza l’oro, tornato in area 1.220 dollari l’oncia, mentre, sempre tra le materie prime, recupera terreno il petrolio in scia alla pubblicazione delle scorte preliminari Usa in sensibile calo, con il Brent (+1,5%) a 48,3 dollari e il Wti (+1,7%) a 45,8 dollari.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund è stabile sui valori della vigilia a circa 168 punti base, con il rendimento del decennale italiano in calo al 2,28 per cento.
A Piazza Affari spicca BANCA GENERALI (+2,7%) che beneficia delle stime sulla raccolta netta riviste al rialzo da 4-4,5 miliardi a 5-5,5 miliardi per l’anno in corso. Tutto ciò è rafforzato dai risultati raggiunti nel primo semestre, con la raccolta netta attestatasi a 3,8 miliardi (+31% rispetto ai primi sei mesi del 2016), dopo il flusso positivo di 620 milioni riportato a giugno.
In evidenza pure AZIMUT (+2,2%), agevolata dalla conferma della raccomandazione ‘accumulate’ di Banca Akros con target price a 20 euro, dopo che la raccolta netta di giugno ha visto il dato più che raddoppiare a 557,2 milioni rispetto allo stesso mese del 2016.
Acquisti sui petroliferi in scia alla risalita del greggio, con SAIPEM (+2,4%), TENARIS (+1,9%) ed ENI (+1,7%) fra i migliori del listino.
In controtendenza FCA (-0,5%), dopo i guadagni di ieri in scia alla notizia che il giudice federale di San Francisco ha nominato un mediatore per cercare di raggiungere un accordo in merito al contenzioso sulle emissioni. Il numero uno dell’Epa, però, ha dichiarato di voler affrontare la questione delle emissioni diesel “in maniera molto aggressiva” e ciò starebbe penalizzando il titolo nella seduta odierna.
Riflettori ancora puntati su TELECOM ITALIA (+1,7%), alle prese con la possibile uscita del Ceo Flavio Cattaneo, nonostante la smentita del diretto interessato, e dopo la richiesta da parte della Consob di chiarimenti ufficiali in merito alla vicenda.
Fra i bancari, infine, bene BPER (+1,8%), BANCO BPM (+1,5%), INTESA (+0,6%) e UNICREDIT (+1,1%), sostenuta anche dall’ormai imminente chiusura della cessione del portafoglio da 17,7 miliardi di npl a Pimco e Fortress.