Nella settimana appena trascorsa il Ftse Italia Servizi Pubblici ha portato a casa un brillante rialzo del 4,3%, facendo meglio non solo del principale indice di piazza Affari, cioè il Ftse Mib, che ha registrato una performance positiva del 2,3%, ma anche dello Stoxx Europe 600 Utilities (+3,2%).
Dei 18 componenti del paniere italiano del comparto in esame ben 17 hanno concluso le contrattazioni di venerdì scorso su livelli superiori a quelli raggiunti alla chiusura del 7 luglio e soltanto uno (Edison Rsp) tra le Small Cap su livelli leggermente inferiori.
Tra le Big Cap, protagonista indiscussa è stata Enel (+5,3%) che, nelle ultime due sedute della scorsa ottava, ha anche beneficiato anche del report di SocGen che ha ripreso la copertura di Enel con giudizio Buy e prezzo obiettivo 5,6 euro. Per gli esperti della banca francese, i titoli del gruppo guidato da Francesco Starace sono da preferire nel panorama europeo del settore utility anche alla luce di un P/E 2019 a forte sconto rispetto a quello di azioni di società analoghe del vecchio Continente. Uno sconto che, sempre secondo gli analisti di SocGen, deriva dalla convinzione sbagliata del mercato che gli obiettivi indicati dai vertici del gruppo italiano in tema di utili e dividendi siano difficilmente raggiungibili. Gli esperti di SocGen sono convinti che nelle prossime settimane il Consensus sulle stime dei profitti, e anche delle cedole, di Enel sarà rivisto al rialzo.
Denaro anche su Italgas (+4,3%) che, nell’attesa dei risultati del secondo trimestre 2017 che saranno annunciati il prossimo 28 luglio, ha registrato da inizio anno la migliore performance borsistica (+23,1%) tra le società a maggiore capitalizzazione del settore utility e delle rinnovabili.
Passando al segmento delle Mid Cap, il rialzo maggiore nella settimana appena conclusa è stato portato a casa da Hera (+4,2%) che lunedì scorso ha pubblicato che, in relazione alle variazioni intervenute nel possesso di azioni da parte di alcuni dei 118 soci pubblici aderenti al patto di sindacato di voto e di blocco, rispetto all’ultima comunicazione del 6 settembre 2016, il numero delle azioni conferite in suddetto patto si è ridotto da 764.166.773 a 738.604.939, con conseguente riduzione della relativa percentuale sul capitale sociale da 51,30% a 49,59%. Suddetta revisione segue la procedura di Accelerate book building da parte di 13 Comuni che hanno ceduto complessivamente l’1,7% del capitale sociale perfezionata lo scorso 22 giugno.
Sotto i riflettori anche Erg (+2,2%) che nella giornata di mercoledì ha annunciato l’emissione e il collocamento presso investitori istituzionali di un prestito obbligazionario non convertibile di importo pari a 100 milioni di euro. L’operazione è finalizzata al reperimento di ulteriori fondi per nuovi investimenti nel settore delle energie da fonti rinnovabili, nonché per rifinanziare gli investimenti effettuati sugli impianti idroelettrici in Italia. I titoli obbligazionari saranno privi di rating, non saranno soggetti al rispetto di covenant finanziari e verranno rimborsati in un’unica soluzione nel gennaio del 2023. Le obbligazioni, saranno emesse ad un prezzo pari al 100% del loro valore nominale e matureranno interessi a un tasso fisso pari a 2,175%, permettendo di allungare la durata finanziaria dell’indebitamento, ridurne il costo medio e diversificare le fonti di finanziamento del gruppo genovese.
Tra le Small Cap, Acsm-Agam (+5,3%) ritorna a essere ben comprata, riportandosi al di sotto della soglia, non soltanto psicologica, di 2 euro, anche in assenza di notizie sul fronte societario. La scorsa settimana è stata positiva anche per Falck Renewables (+3,5%) che ha comunicato l’acquisto dell’80% di Vestavind Kraft, cui fanno capo due progetti eolici in Norvegia per una capacità complessiva di circa 70 MW, con Svelgen Kraft Holding che rimarrà azionista di minoranza. Il prezzo stabilito è di circa 2,2 milioni, più un potenziale earn-out di 3,8 milioni di euro, a valle della decisione finale dell’investimento. Il closing, atteso per la fine di agosto 2017, è soggetto ad una serie di condizioni sospensive, inclusa l’approvazione finale dell’operazione da parte del board di Falck Renewables, mentre la decisione definitiva dell’investimento è fissata per fine settembre 2018. Il gruppo guidato da Toni Volpe potrà inoltre esercitare un opzione su ulteriori 125 MW di progetti eolici sviluppati da Svelgen Kraft Holding in Norvegia.