Dopo il lieve recupero della mattinata le borse europee prendono con decisione la via del ribasso ed estendono le perdite già manifestate in apertura di seduta. Intorno alle 16:00 i principali listini continentali si attestano tutti in territorio negativo, penalizzati anche dall’avvio debole di Wall Street. Il Ftse Mib di Milano arretra dello 0,7%, seguito dall’Ibex 35 di Madrid (-1%), il Cac 40 di Parigi (-1%) e il Dax di Francoforte (-1,4%), mentre il Ftse 100 di Londra limita i danni flettendo dello 0,4 per cento.
Sull’indice tedesco e in generale su tutta la regione pesa anche il dato sotto le attese relativo all’indice Zew di luglio, pubblicato in mattinata così come quelli sull’inflazione in Gran Bretagna, anch’essi inferiori alle stime degli analisti.
Intanto, l’euro continua la propria marcia sul dollaro, portandosi a 1,158, livello che non vedeva da oltre un anno. Il cambio beneficia in parte delle aspettative legate alla riunione della Bce di giovedì e in parte della debolezza del biglietto verde dopo il naufragio della riforma sanitaria di Trump. Dollaro che perde terreno anche nei confronti dello yen (USD/JPY a 111,9), penalizzato anche dai recenti dati macro sottotono (ultimi gli indici dei prezzi all’importazione e all’esportazione di giugno diffusi oggi) che allontanano il rialzo dei tassi della Fed.
Intanto, prosegue la risalita dell’oro, che ha superato quota 1.240 dollari l’oncia anche grazie al crollo del biglietto verde. Sempre tra le materie prime, scambiano in rialzo le quotazioni del petrolio, con il Brent (+1,2%) a 49 dollari e il Wti (+1,1%) a 46,5 dollari.
Prosegue, invece, la discesa dei rendimenti obbligazionari, con il tasso sul Btp in calo di circa di 3 basis point al 2,19% separato da uno spread con il Bund tedesco in area 163 punti base.
A Piazza Affari spicca ATLANTIA (+1,6%) seguita da RECORDATI (+0,7%), AZIMUT (+0,4%) e TELECOM ITALIA (+0,4%).
Bene anche ENEL (+0,4%), la cui joint venture con Cdp sta negoziando con un pool di banche guidato da Unicredit, SocGen e Bnp Paribas la stipula di un prestito ponte finalizzato a un maxi-contratto di project financing fino a 3,5 miliardi, da concludersi tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018.
Realizzi su PRYSMIAN (-2%) dopo i picchi di ieri, mentre in coda al listino principale scivolano YNAP (-2,1%), BPER (-2,6%) e MEDIOBANCA (-2,7%).