Mercati – Apertura debole per l’Europa, rendimenti obbligazionari in calo

Avvio in lieve ribasso per i listini europei all’indomani della riunione della Bce, ad eccezione del Ftse 100 di Londra (+0,1%) sostenuto in parte dall’apprezzamento del cambio euro/sterlina (0,898). Intorno alle 9:20 il Cac 40 di Parigi arretra dello 0,2%, il Ftse Mib di Milano e il Dax di Francoforte cedono lo 0,3%, mentre l’Ibex 35 di Madrid è a -0,4 per cento.

In una giornata priva di spunti macro l’attenzione resta focalizzata sulle parole proferite ieri dal presidente della Bce, Mario Draghi. Il governatore ha confermato gli attuali stimoli, annunciando però che in autunno inizieranno probabilmente le discussioni sul tapering, ossia l’allentamento del Quantitative easing. Dichiarazioni che hanno rinvigorito l’euro, risalito fino a 1,165 nei confronti del dollaro e a 130,4 sullo yen.

Segnale contrastante invece dal mercato obbligazionario, dove prosegue la discesa dei rendimenti cominciata ieri con le parole di Draghi. Il tasso del Btp si posiziona al 2,07%, in calo di altri 2 bp e lo spread con il Bund scende ancora a 156 punti base.

Fra le materie prime resta poco mosso il petrolio, con Wti e Brent rispettivamente in area 47 e 49,4 dollari al barile, mentre l’oro risale a 1.247 dollari l’oncia, tornando ai livelli di fine giugno, spinto dalla debolezza del biglietto verde.

A Piazza Affari parte bene MONCLER (+1,2%) e proseguono gli acquisti su FERRAGAMO (+1%).

Avvio positivo per le utilities, che beneficiano della discesa dei rendimenti e dello spread, con SNAM (+0,6%), A2A (+0,3%) ed ENEL (+0,5%) ben intonate.

Rimbalza TELECOM ITALIA (+0,7%), debole ieri dopo l’ispezione della Guardia di Finanza su mandato della Consob per verificare l’influenza di Vivendi.

Sottotono invece ATLANTIA (-1%), dopo che il Gruppo spagnolo Acs ha confermato l’interesse per Abertis, su cui sarebbe pronta a presentare un’Opa alternativa a quella della holding italiana.

Vendite sui bancari, con INTESA a -0,4% e UNICREDIT a -0,8%, mentre scambiano poco mossi i petroliferi. In fondo al listino principale scivola FCA, in rosso dell’1,4 per cento.