Banche – Ottava in rosso (-2,3%), resiste Intesa

Il Ftse Mib termina l’ottava in calo dell’1,3% anche a causa del rafforzamento dell’euro. Il tutto dopo che il presidente della Bce Mario Draghi ha annunciato che in autunno cominceranno le discussioni su un possibile allentamento del Qe. L’Eurotower ha deciso di mantenere fermi i tassi di interesse e ha ribadito che il Qe durerà fino a dicembre e pure oltre se necessario.

Il listino risente anche delle vendite che hanno colpito il comparto bancario, su cui sono scattati i realizzi dopo i recenti rialzi seguiti alla risoluzione dei casi più critici. L’indice chiude la settimana con una perdita del 2,3% e in linea all’omologo europeo (-2,9%).

Nel listino principale riesce a tenere meglio Intesa Sanpaolo (-1%), ritenuto tra i titoli più sicuri, come testimoniato anche alla conferma del giudizio ‘overweight’ di Morgan Stanley con target price alzato da 3,2 euro a 3,4 euro. L’istituto guidato da Carlo Messina si avvia a far partire la due diligence sugli asset acquisiti dalle banche venete, dopo la conversione in legge, attesa la settimana prossima, del decreto che ne ha disposto la liquidazione.

Unicredit arretra del 2,9% con il mercato che aveva già scontato la cessione del portafoglio da 17,7 miliardi a Pimco e Fortress, di cui sarà avviata la cartolarizzazione.

Banco Bpm lascia sul terreno il 3,1% con gli investitori rimasti indifferenti alla possibilità che la banca, nel prossimo settembre, potrebbe avviare la dismissione di un portafoglio di npl da 2 miliardi riguardanti crediti chirografari unsecured.

Le prese di profitto colpiscono anche Mediobanca (-4,1%) e Ubi (-4,3%), quest’ultima tra le banche che avevano corso di più dopo l’ottimo esito della ricapitalizzazione da 400 milioni. L’istituto guidato da Victor Massiah resta quello con il migliore guadagno da inizio anno (+53,5%).

Indietreggia anche Bper (-4,8%) con il mercato che resta in attesa quando presenterà, insieme a Popolare Sondrio (-1,4%) l’offerta non vincolante del 40% di Arca Sgr in mano agli ex istituti veneti.

Tra le Small Cap le prese di beneficio penalizzano Creval (-8,2%) dopo il rally della settimana precedente a seguito alla cessione del pacchetto da 1,4 miliardi di npl. Si segnala che la banca valtellinese ha aggiornato il proprio programmi Emtn, che prevede emissioni fino a un massimo di 5 miliardi.

Ottava pesante anche per Carige (-6,8%), la cui corsa ha subito una battuta d’arresto dopo l’ottima andamento degli ultimi tempi in scia alle decisioni del board per il rilancio della banca ligure. Nel frattempo, i vertici dell’istituto stanno studiando diverse modalità per la dismissione del portafoglio da 1,2 miliardi di npl e sta portando avanti la cessione di alcuni asset non considerati più core.