Il Ftse Mib chiude in calo dell’1,3% una settimana in cui le principali attenzioni sono state rivolte alla riunione della Bce di giovedì. Appuntamento nel quale Mario Draghi ha ribadito volontà di mantenere tassi inalterati per un periodo prolungato, e di continuare con il Quantitative easing almeno fino a dicembre.
Dichiarazioni apprezzate dal mercato, che ha però subito le turbative seguite alla sconfitta del presidente americano Donald Trump sulla riforma sanitaria, mentre sono scattati i conti trimestrali con risultati superiori alle attese per Goldman Sachs e Bank of America.
Nonostante ciò, però, il comparto bancario domestico arretra del 2,3% e i servizi finanziari dell’1,8% con il risparmio gestito in contrazione anche per prese di profitto, con cali compresi fra lo 0,7% e il 2 per cento. Sempre all’interno del Ftse Mib, si segnalano Exor a -3,3% e Poste Italiane a -1,2 per cento.
Tra le Mid Cap in luce doBank (+6,2%) che chiude con successo la sua prima ottava di Borsa, dopo essere stato ammesso alle contrattazioni il 14 luglio.
Bene anche Anima che è in controtendenza ai peer del risparmio gestito a +0,9 per cento. Mentre non brilla Bim (-4,4%), indifferente all’approvazione dell’ambizioso piano industriale 2017-2021, con annesso rafforzamento del posizionamento nella fascia alta del private banking e aumento delle masse gestite a circa 15 miliardi dai 9,2 miliardi al 31 marzo 2017.4