La multinazionale italiana ha pubblicato i risultati del primo semestre 2017 e aggiornato la guidance per l’anno in corso.
Nel secondo trimestre il fatturato si è mantenuto sostanzialmente stabile a 2.327 milioni, sostenuto principalmente dalla performance della divisione Engineering&Construction Onshore a 887 milioni (+47,8%). Andamento riconducibile ai maggiori volumi registrati in Medio ed Estremo Oriente e Kazakhstan, in parte compensati dai minori volumi nelle Americhe.
L’Ebitda adjusted consolidato si attesta a 268 milioni, in calo del 24,5% a/a, con una redditività al 11,5% (-310 basis point). L’Ebit adjusted si fissa a 138 milioni (-24,2% a/a), con il ros al 5,9 per cento. L’utile netto si attesta a 38 milioni.
Ricordiamo che la società sta portando avanti l’attività di razionalizzazione e rafforzamento con l’avvio del nuovo modello organizzativo, da cui si attende una maggiore efficienza ed efficacia oltre ad una ulteriore riduzione di costi operativi.
In netto miglioramento l’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2017 a 1.504 milioni, dai 1.940 del pari periodo 2016. Il Free cash flow del trimestre è pari a 75 milioni e gli investimenti tecnici ammontano a 64 milioni. Saipem ha acquisito nel trimestre 1.579 milioni di nuovi ordini.
Il contesto di mercato rimane sfidante per gli operatori del settore, Saipem compresa, complicando l’acquisizione di nuovi progetti. Conseguentemente il management ha rivisto la guidance dei ricavi per l’intero anno da circa 10 a circa 9,5 miliardi.
Malgrado ciò, le ottime performance operative, in particolare nell’E&C Offshore, consentono di mantenere invariata le attese sull’Ebitda. L’utile netto è stimato intorno ai 200 milioni, rispetto ai 230 precedenti, a causa dei maggiori oneri finanziari. Il livello di investimenti è previsto inferiore ai 400 milioni, grazie alle azioni di contenimento intraprese.
Il buon andamento nel primo semestre dell’indebitamento rafforza la fiducia sul rispetto della guidance per fine anno, che viene confermata a circa 1,4 miliardi.