Il Ftse Mib chiude in progresso dello 0,6% indifferente all’avvio incerto di Wall Street e con le borse europee agevolate anche dalle quotazioni in risalita del greggio.
L’attenzione dei mercati è stata rivolta al vertice di San Pietroburgo tra i Paesi produttori di petrolio, dove la Nigeria ha accettato di porre a 1,8 milioni di barili il tetto all’output, mentre l’Arabia Saudita si è detta pronta a estendere ulteriormente il periodo di taglio alla produzione.
Scenario all’interno del quale il greggio ha guadagnato quasi un punto percentuale con Wti a 46,2 euro e Brent a 48,5 euro.
Parallelamente, a livello macro, la fiducia dell’Eurozona tracciata nella stima preliminare dell’indice Pmi manifatturiero è risultata a luglio in lieve calo a 56,8 punti rispetto ai 57,4 punti di giugno.
Contesto nel quale il comparto bancario avanza dell’1,1% spinto da Ubi (+4,5%) e Banco Bpm (+2,9%), mentre i servizi finanziari guadagnano l’1% sostenuti dal risparmio con Banca Generali a più 2,2% e Fineco in progresso dell’1,7 per cento.
Bene anche Azimut (+1,3%), che ha visto aumentare il peso di Timone Fiduciaria nel capitale sociale a oltre il 15 per cento. Timone rappresenta le azioni di circa 1.400 tra promotori, impiegati e manager del Gruppo Azimut, legati da un patto parasociale. Partecipazione che è stata accolta da Sergio Albarelli, Ceo di Azimut, come “un’ulteriore dimostrazione del forte senso di appartenenza e della compattezza del Gruppo Azimut”.
Positiva anche Banca Mediolanum (+0,9%), mentre, sempre all’interno del Ftse Mib, si segnala il +1,2% di Exor e la chiusura leggermente positiva di Poste Italiane (+0,2%).
Tra le Mid Cap la migliore è Banca Ifis (+3,2%), mentre nello Small Cap avanzano Tamburi (+0,5%) e Mittel (+0,7%) che ha comunicato la conclusione dell’offerta pubblica di obbligazioni “Mittel 2017-2023” per un importo nominale complessivo pari a 123,510 milioni.