Hera archivia la prima parte del 2017 con risultati in sensibile progresso e consegue tutto ciò nel solco del trend realizzato nel primo trimestre grazie anche alla validità del modello di business messo a punto dal management in questi anni.
I dati a fine giugno evidenziano infatti una crescita dei ricavi del 10% a 2,75 miliardi ed un progresso del 7,6% dell’Ebitda, prossimo ai 506 milioni grazie al positivo andamento di pressoché tutte le aree d’affari in cui si articola l’attività della multi-utility bolognese, ma in particolare al comparto energia elettrica.
Crescita connessa prioritariamente allo sviluppo organico, anche se è significativo l’apporto delle acquisizioni, il cui contributo è stato nell’ordine del 25% a livello di fatturato. Dati dai quali emerge la validità di un modello di business nel quale il ruolo dello sviluppo esogeno rappresenta una componente storica e di successo per il gruppo emiliano-romagnolo.
Ma procediamo con ordine, ricordando che il progresso del 7,6% a 506 milioni dell’Ebitda si traduce in un aumento di 36 milioni, di cui quasi 34 originati nel citato business dell’Energia, il cui contributo sale ad oltre il 18% del totale grazie all’espansione del clienti (+122.000) ed ai buoni margini realizzati nella vendita dei nuovi lotti.
Positivo anche l’apporto dell’area ambiente, che rappresenta il 24% dell’Ebitda totale con un progresso di quasi 5 milioni dopo aver assorbito 11 milioni di componenti “non ricorrenti” per il fermo di due impianti di WTE di Padova e Ferrara (4,9 milioni) oltreché per il venir meno degli incentivi Cip6 sul WTE di Isernia (6,2 milioni).
Più complessa l’analisi dell’apporto delle reti in quanto la flessione di 4 milioni nell’Ebitda riflette da un lato la diversa modalità di contabilizzazione degli investimenti nella distribuzione di energia elettrica e dall’altro l’apporto del ciclo dell’acqua merito la qualità del servizio e le iniziative sulla ricerca di maggiori efficienze.
Il conto economico si chiude infine con un utile netto in progresso del 16,5% a 141 milioni ed una forte generazione di cassa. Il Cash flow operativo si colloca infatti a 358 milioni permettendo ad Hera di coprire i 151 milioni di investimenti e l’esborso di 109 milioni di M&A (Aliplast e Teseco). Dinamica a seguito della quale il free cash flow disponibile per la remunerazione degli azionisti si fissa a 88 milioni, mentre l’indebitamento netto a fine giugno si colloca a 2,6 miliardi (+2%).