La multi-utility bolognese nella giornata di ieri recupera la fase riflessiva della prima parte e mette a segno un rialzo dello 0,8% dopo l’annuncio dei risultati, anche se chiude limando il progresso a +0,2% (2,78 euro).
Questo anche se è doveroso ricordare che il titolo ha sovraperformato il settore di riferimento ed il Ftse All Share mettendo a segno una performance di quasi il 23% dai valori di inizio anno e toccando il massimo a 2,98 euro il 16 giugno quando la performance ha raggiunto il 30% con volumi importanti.
Un periodo nel corso del quale, come già sottolineato ieri dopo l’approvazione della semestrale da parte del consiglio (HERA – CONTINUA LA CRESCITA NEL PRIMO SEMESTRE, RICAVI A 2,75 MILIARDI +10%), Hera ha messo in luce un sensibile progresso consolidando il trend positivo intrapreso nel primo trimestre.
Caratteristiche ben riassunte da Tomaso Tommasi di Vignano, presidente esecutivo di Hera, che ha ricordato come “i numeri della semestrale 2017 sono ancora una volta positivi grazie alla solidità del nostro modello multibusiness e alla capacità di coniugare leve di crescita interna e di sviluppo per linee esterne”.
Questo in quanto, aggiunge il presidente di Hera, “la crescita organica che ha interessato tutte le aree del gruppo è stata accompagnata dal significativo contributo dell’attività M&A come testimonia l’acquisizione di Aliplast, consolidata a partire da questo semestre. Un tassello chiave nello sviluppo del nostro sistema di economia circolare”.
Ed i dati lo testimoniano in quanto i ricavi sono in crescita del 10% a 2,75 miliardi, mentre l’Ebitda migliora del 7,6% e si fissa a 506 milioni con un aumento di 36 milioni, di cui quasi 34 originati dal business dell’Energia, il cui contributo sale ad oltre il 18% del totale grazie all’espansione dei clienti (+122.000) ed ai buoni margini realizzati nella vendita dei nuovi lotti.
E tutto ciò si inserisce nei progetti di crescita ben delineati nel piano industriale al 2020 che prevede investimenti per circa 2,5 miliardi di euro ed un margine operativo lordo che dovrebbe superare il miliardo di euro alla fine del periodo, con un target di circa 200 milioni di euro di crescita.
Percorso ben rappresentato dalle parole di Stefano Venier, amministratore delegato di Hera, che ieri ha dichiarato: “I risultati conseguiti nei primi sei mesi del 2017 confermano l’efficacia delle azioni di crescita messe in campo a livello operativo, nonché delle ottimizzazioni fiscali e finanziarie, ed anche i nostri principali indicatori di performance risultano in ulteriore miglioramento ed in linea con le nostre previsioni di piano.”.
Ma c’è pure altro in quanto, come sottolinea Venier, “restiamo e resteremo focalizzati nella creazione di valore nei confronti dei nostri stakeholder, riconfermando l’attenzione che il gruppo da sempre riconosce a tutte le dimensioni della sostenibilità economica, sociale e ambientale”.
Ed è anche per tutto ciò che, completa l’ad sull’argomento, “un grande ruolo nella crescita sarà occupato dalla digitalizzazione in tutte le aree di business; azione propedeutica alla trasformazione dei processi, degli impianti e delle “infrastrutture in reti intelligenti, internet of things e all’impiego di tecnologie innovative per incrementare efficienza energetica e operativa. E grazie anche all’utilizzo di strumenti di telecomunicazione evoluta (satelliti, internet) il Gruppo intende indirizzarsi verso l’utility 4.0 già in arco piano”.
Risultati e progetti apprezzati apprezzati dal mercato come testimonia l’andamento del titolo Hera, che è cresciuto di oltre il 20% da inizio anno raggiungendo una capitalizzazione di 4 miliardi di euro e toccando il massimo di 2,98 il 16 giugno quando la performance ha raggiunto il 30% con volumi importanti.