La banca triestina ha archiviato il secondo trimestre 2017 con un utile in crescita del 36,7% a 51,8 milioni rispetto al pari periodo. Un risultato che poggia su basi solide, testimoniate dall’incremento delle commissioni nette, in scia all’ottimo andamento della raccolta, accompagnato da una sostanziale stabilità dei costi operativi.
Una notevole crescita delle masse, che ha permesso un incremento delle commissioni e dei margini. E’ questa la caratteristica dei conti comunicati da Banca Generali nel secondo trimestre 2017.
Banca Generali presenta un modello di business premiante, in un settore, quello del risparmio gestito, caratterizzato dalla domanda di consulenza sempre più evoluta da parte degli investitori.
Nella tabella seguente riportiamo i conti economici degli ultimi trimestri della società di asset management.
Il margine di intermediazione si è attestato a 135,4 milioni (+26,4%), sostenuto da tutte le sue componenti.
In particolare, hanno registrato una forte accelerazione le commissioni nette, attestatesi a 113,6 milioni (+29,7%). Un exploit legato al positivo apporto di tutte le componenti, soprattutto quelle ricorrenti che hanno toccato i 144,7 milioni (+20%), la cui crescita è legata alla positiva evoluzione delle masse e un migliore mix di prodotto, con il maggior peso delle soluzioni gestite. Buono anche il risultato delle performance fee, che hanno totalizzato 31,2 milioni.
In aumento anche il margine d’interesse a 15,8 milioni (+9,7%). La svolta è legata principalmente all’espansione degli attivi, alla ripresa dei margini dell’attività di credito nonché alla stabilizzazione dei rendimenti nel portafoglio titoli della banca. Si precisa che l’ammontare di tale portafoglio è pari a 6 miliardi, investito al 99% in titoli obbligazionari (92% governativi italiani, 56% a tasso variabile) con duration inferiore ai 2 anni.
Sostanzialmente stabili a circa 46 milioni i costi operativi. Nel dettaglio, le spese per il personale sono lievemente aumentate dello 0,4% a 23,1 milioni, mentre le altre spese amministrative sono scese dello 0,9% a 23,2 milioni.
Tutto ciò determina un notevole balzo sia del risultato netto di gestione, sia dell’utile netto, cresciuti rispettivamente del 46,5% a 89,1 milioni e del 36,7% a 51,8 milioni.
Ottime indicazioni anche sul fronte della solidità patrimoniale, per la banca guidata da Gian Maria Mossa, che presenta un Cet1 del 17 per cento.
Il Ceo, infine, durante la conference call con gli analisti, ha sottolineato che nei prossimi due trimestri il margine di interesse dovrebbe rimanere stabile a causa del derisking sul portafoglio titoli. Per il solo terzo trimestre le commissioni di performance dovrebbero essere inferiori rispetto ai 31,2 milioni del periodo aprile-giugno 2017, ha precisato il manager.