I listini europei si mantengono in territorio negativo, penalizzati dalle trimestrali deludenti di alcune società e dalla debolezza in avvio di Wall Street. Maglia nera, intorno alle 15:50, il Cac 40 di Parigi (-1,1%), seguito dal Ftse Mib di Milano (-0,9%), l’Ibex 35 di Madrid (-0,7%), il Dax di Francoforte (-0,3%) e il Ftse 100 di Londra (-0,6%). Tra gli indici americani arretra soprattutto il Nasdaq (-0,3%), zavorrato dai conti sotto le attese di Amazon.
La giornata ha offerto alcuni interessanti spunti macroeconomici, tra cui spicca la lettura preliminare del Pil statunitense del secondo trimestre, in crescita del 2,6% come previsto. Lievemente sopra le attese i dati preliminari di luglio sull’inflazione tedesca, invariata all’1,5 per cento.
Intanto, sul Forex l’euro scambia a 1,173 dollari, con il biglietto verde penalizzato anche da quella che sembra la bocciatura definitiva della riforma sanitaria di Trump. Ieri, infatti, il Senato americano ha respinto anche la versione più “soft” del disegno di legge progettato per sostituire l’Obamacare. Il dollaro ha perso terreno anche nei confronti dello yen e il cambio USD/JPY viaggia ora in area 111.
Tra le materie prime l’oro resta poco sotto la soglia dei 1.260 dollari mentre, per quanto riguarda il petrolio, il Brent avanza dello 0,7% a 51,9 dollari al barile e il Wti dello 0,5% a 49,3 dollari.
Nel comparto del reddito fisso risalgono i rendimenti sulla scadenza decennale, con il tasso del Btp al 2,13% e lo spread dal Bund in lieve aumento a 157 punti base.
A Piazza Affari avanza ancora MONCLER (+2,6%), già in vetta al listino ieri in scia ai conti, mentre SAIPEM guadagna l’1,2% dopo aver concordato con Petrobel variazioni del contratto già in essere per un valore complessivo di 900 milioni di dollari (769,3 milioni di euro).
Pesante LUXOTTICA (-3,4%) affossata dai conti deludenti di Essilor, che ha anche abbassato le previsioni per il 2017. Sottotono anche STM (-1,9%), debole come tutto il comparto a livello europeo dopo la trimestrale deludente di Amazon e il conseguente arretramento del Nasdaq.
In calo dell’1,4% anche ENEL, che ha diffuso a mercati chiusi i risultati del semestre, così come ENI che invece resiste a +0,2 per cento.