Media – In evidenza Monrif (5,6%) sulle attese dei prossimi mesi

Nella settimana dal 24 al 28 luglio il Ftse Mib ha segnato un rialzo dell’1,1%, sostenuto dal recupero dei bancari. Un’ottava che è stata caratterizzata dalla pubblicazione dei dati semestrali e dalla riunione della Fed, da cui è emerso che al momento non intende alzare ulteriormente i tassi.

In frazionale rialzo il Ftse Italia Media (+0,2%), contro l’Euro Stoxx TMI Media in progresso dell’1 per cento.

Ottava positiva per la Big Cap del comparto Mediaset, che ha segnato un rialzo dello 0,8 per cento.

Tra le Mid Cap segno positivo per Cairo Communication, in frazionale rialzo dello 0,2%, mentre Rcs ha ceduto lo 0,9 per cento.

Tra le Small Cap in evidenza Monrif (+5,6%). La società ha presentato i risultati consolidati del primo semestre dell’esercizio in corso condizionati dall’ulteriore flessione dell’editoria tradizionale e della relativa raccolta pubblicitaria. Si ricorda che dal 1° marzo 2017 la raccolta pubblicitaria è rientrata all’interno del perimetro del Gruppo dopo essere stata affidata alla RCS MediaGroup per circa 4 anni, ed i primi due mesi dell’esercizio hanno registrato risultati particolarmente deludenti (-24%). Nel dettaglio i ricavi del gruppo sono stati pari a 78,6 milioni, in calo rispetto agli 83,7 milioni dell’analogo periodo del 2016. In discesa anche l’Ebitda e l’Ebit rispettivamente a 5,8 milioni (6,7 milioni a fine giugno 2016) e a 1,4 milioni (2,3 milioni a fine giugno 2016), mentre la perdita finale è salita da 0,7 milioni a 1,4 milioni, inclusiva del risultato negativo delle attività destinate alla vendita pari a 1,8 milioni. Il gruppo si è così attivato nel promuovere l’offerta capillare e fortemente integrata in termini di comunicazione nazionale, locale e online, un’attività che già a partire dal mese di giugno ha consentito un incremento del 13% nella raccolta nazionale.

Debole Mondadori, in calo dello 0,4 per cento. La casa editrice ha chiuso il primo semestre 2017 con una lieve diminuzione dei ricavi su base annua (-1,7% a 553 milioni), un Ebitda adjusted, che non comprende partite non ricorrenti positive, in calo del 19% a 21,6 milioni, ma un risultato finale tornato in utile per 4,4 milioni (perdita per 3,8 milioni a fine giugno 2016), beneficiando di partite non ricorrenti nette positive per 5,6 milioni (negative per 4,2 milioni a fine giugno 2016). Migliorato l’indebitamento finanziario netto a 284,4 milioni, rispetto ai 374,8 milioni del 30 giugno 2016, ma aumentato dai 263,6 milioni di fine 2016. Confermati i target economici per l’intero 2017, mentre è stimato in ulteriore miglioramento l’indebitamento finanziari netto, con un rapporto Pfn/Ebitda adjusted inferiore a 2x, dal precedente 2,2-2x.