Il Ftse Mib chiude in rialzo dell’1,1% una settimana caratterizzata da un andamento positivo nelle prime quattro sedute e da prese di beneficio nell’ultima.
Le attenzioni erano rivolte principalmente alla riunione delle Fed di mercoledì, con la banca centrale americana che ha deciso di mantenere invariati a tassi in presenza di un’inflazione ancora debole.
Questo anche se dovrebbe avviare la riduzione del proprio bilancio nei prossimi mesi, probabilmente già da settembre, mente il terzo rialzo annuale dei tassi dovrebbe essere previsto non prima di dicembre secondo gli operatori.
L’ottava è stata poi caratterizzata dalla sconfitta di Donald Trump, che ha visto naufragare la propria riforma sanitaria varata per sostituire l’Obamacare. Eventi a seguito dei quali il dollaro ha messo a segno un ulteriore indebolimento nei confronti dell’euro, con il cambio EUR/USD a 1,174.
E tutto ciò si inserisce in uno scenario che in Eurozona vede rafforzarsi le prospettive di un allentamento da parte della Bce degli stimoli monetari a partire dal 2018.
Un contesto all’interno del quale il comparto bancario mette a segno un rialzo dell’1,8% e fanno ancora meglio i servizi finanziari, che archiviano la settimana con un più 2,5% beneficiando delle ottime performance del risparmio gestito, con le società premiate dalla pubblicazione di risultati trimestrali sopra le attese.
Tra queste, Banca Generali (+6,2%) segna i massimi da due anni forte della buona raccolta e dell’utile netto di 51,8 milioni, maggiore del 15,6% rispetto a quanto previsto dal mercato.
Seguono Fineco a +4%, che pubblicherà la propria trimestrale lunedì 31 luglio, Azimut (+3,9%), che ha riportato un utile netto di 48,2 milioni (+4,2% sulla stima), e Banca Mediolanum (+2,1%) con un risultato netto di 111,5 milioni (+7,5% rispetto al consensus).
Sempre all’interno del Ftse Mib, si segnala il balzo di Poste Italiane (+3%) e quello di Exor (+2,6%).
Tra le Mid Cap è doveroso segnalare Anima, che mostra la performance peggiore (-3%) dopo aver riportato nel primo semestre ricavi consolidati in calo del 3% a/a a 119,4 milioni.
Arretrata anche Cerved (-1,5%), indifferente alla pubblicazione dei conti semestrali, i quali hanno visto ricavi ed Ebitda migliori rispetto ai primi sei mesi del 2016.