Nella settimana in cui è iniziata la stagione delle trimestrali per il settore italiano delle utility e delle rinnovabili, il Ftse Italia Servizi Pubblici ha lasciato sul terreno l’1,6 per cento. L’indice in esame ha così registrato nelle ultime cinque sedute una performance decisamente inferiore a quella del principale paniere di piazza Affari, cioè il Ftse Mib (+1,1%), che è stato sostenuto dal recupero dei bancari, facendo peggio anche dello Stoxx Europe 600 utilities (-1,1%).
Il debole andamento dell’indice tricolore del comparto utility e delle rinnovabili nella scorsa ottava sembra essere legato più a motivazioni macro (rialzo dei rendimenti sui governativi europei a seguito di dati sull’inflazione di luglio in Europa più alti delle attese) e borsistiche (possibili rotazione dei portafogli degli investitori alla luce di un rialzo da inizio anno del settore in esame del 12,9% a fronte dell’11,4% del Ftse Mib), piuttosto che a ragioni di carattere fondamentale.
Dalle trimestrali pubblicate nei giorni scorsi emerge, infatti, una buona crescita degli utili nei business regolati e nella vendita di elettricità e gas, mentre ha sofferto la generazione di energia elettrica a causa della minore produzione idroelettrica ed eolica sulla scia di condizioni climatiche poco favorevoli.
Nel segmento delle Big Cap, Snam (inv.) e A2A (-0,1%) hanno sostanzialmente tenuto. Nel dettaglio, il colosso di San Donato ha pubblicato mercoledì mattina un trimestrale con utili in crescita, soprattutto a livello di ultima riga di conto economico, e superiori alle stime degli analisti. Il management di Snam ha poi fornito una guidance per l’intero esercizio con utile netto superiore a 900 milioni (Consensus a 930 milioni), mentre l’indebitamento finanziario netto è stimato a 11,4 miliardi (Consensus a 11,6 miliardi).
Per quanto riguarda A2A, dopo le vendite che avevano caratterizzato la settimana compresa tra il 17 e il 21 luglio, nell’ultima ottava ha resistito alla pressione dei venditori. Ricordiamo che oggi, la multi-utility lombarda comunicherà i risultati del 2° trimestre del 2017 e fornirà un aggiornamento sullo stato delle trattative con Acsm-Agam (di cui controlla il 23,9% del capitale), Aspem Varese (di cui controlla il 90% del capitale), Aevv di Sondrio e Lario Holding di Lecco.
Ultime cinque sedute all’insegna della lettera per Italgas (-2,4%) ed Enel (-2%), con entrambe che hanno presentato i conti relativi al periodo aprile-giugno dell’anno in corso. Il gruppo leader nella distribuzione del gas in Italia ha pubblicato numeri in forte crescita rispetto allo stesso secondo trimestre del 2016, mentre il gruppo guidato da Francesco Starace, pur battendo le attese degli analisti, ha registrato una flessione degli utili, soprattutto a livello operativo. Ricordiamo che a inizio settimana, le quotazioni di Enel erano state penalizzate dallo stacco del dividendo pari a 0,09 euro che ha pesato per circa l’1,8 pe cento.
Tra le Mid Cap, ottava da dimenticare per Acea (-6%) che è stata penalizzata, innanzitutto, dalle polemiche innescate dalla Regione Lazio per l’abbassamento del livello dell’acqua del Lago di Bracciano. Secondo l’ente guidato da Nicola Zingaretti la gravissima situazione in cui si trova il bacino naturale è dovuta non soltanto alla forte siccità degli ultimi mesi, ma anche ai prelievi della multi-utility capitolina per rifornire di acqua Roma. Inoltre, giovedì la sede di Acea è stata perquisita dai carabinieri per l’indagine della procura di Civitavecchia sui prelievi idrici dal Lago di Bracciano. Venerdì è poi arrivata sui titoli la doccia fredda dei conti del 2° trimestre del 2017 che non sono stati apprezzati dal mercato.
Debole Hera (-2,3%), nonostante la semestrale abbia mostrato un incremento dell’Ebitda del 7,6% su base annua. Il movimento registrato dai titoli della multi-utility bolognese sembra essere interpretabile come un salutare consolidamento del rialzo borsistico da inizio 2017, pari a +23 per cento.
Nell’ambito delle Small Cap, le vendite hanno colpito il Gruppo Waste Italia (-4,7%), ma anche Alerion Clean Power (-3,2%) nelle ultime cinque sedute, con quest’ultimo che è stato zavorrato da una trimestrale penalizzata da una bassa ventosità che, a sua volta, ha inciso sulla produzione di energia elettrica del periodo aprile-giugno del 2017. In particolare, l’Ebitda del 2° trimestre del gruppo guidato da Josef Gostner è stato pari a 7,1 milioni, in flessione del 21,6% su base annua sulla scia dei minori ricavi, nonostante il taglio del 5,4% su base annua dei costi operativi. Notizie positive dallo stato patrimoniale, con l’indebitamento finanziario netto contabile al 30 giugno 2017 che è stato pari a 180,8 milioni, in miglioramento del 2,4% rispetto allo scorso 31 marzo.