La società di asset management ha archiviato un ottimo risultato nei primi sei mesi del 2017, caratterizzato da un incremento dei ricavi del 32,9%, a 415,4 milioni , e da un controllo dei costi che ha portato al raddoppio del reddito operativo a 149,8 milioni (+105,9%). L’utile netto si è attestato così a 121,2 milioni (+78,8%).
Nel primo semestre 2017 Azimut ha registrato ricavi pari a 415,4 milioni (+32,9%) grazie soprattutto a un incremento delle commissioni ricorrenti pari a 299,1 milioni (+24,3%) e a un balzo del 76,2% delle commissioni variabili a 81,6 milioni. In crescita anche i ricavi assicurativi, pari a 24 milioni (+30,6%) e gli altri ricavi a 10,7 milioni (+47,7%). Sostanzialmente stabili i costi di acquisizione a 169,7 milioni (+5,5%). In seguito a tale dinamica il margine lordo ha raggiunto i 245,7 milioni (+62%).
A questo riguardo, si rileva un miglioramento della struttura dei costi della società con il rapporto tra i costi di distribuzione e le commissioni ricorrenti che è sceso dal 67% del primo semestre 2016 al 57% del periodo in esame.
Nella tabella seguente riportiamo il conto economico del Gruppo.
I costi operativi sono aumentati in misura inferiore rispetto al fatturato toccando i 95,9 milioni (+21,6%). Al loro interno la voce personale si è attestata a 40,2 milioni (+19,4%), mentre gli altri costi operativi hanno totalizzato 55,7 milioni (+23,1%). Un andamento che ha permesso il raddoppio del reddito operativo a 149,8 milioni (+105,9%). Il margine operativo è così passato dal 23% dei primi sei mesi 2016 al 36% della prima metà 2017.
Leggermente peggiorata la gestione finanziaria, i cui oneri sono passati dai 5,2 milioni dei primi sei mesi 2016 ai 15,3 milioni nella prima metà del 2017, a causa dei costi straordinari per circa 5,3 milioni dovuti al riacquisto del prestito obbligazionario convertibile avvenuto nel secondo trimestre 2017. La gestione straordinaria è risultata negativa per 2,3 milioni contro gli 1,9 milioni dell’anno precedente (+19,1%). L’utile ante imposte è così risultato pari a 132,3 milioni (+101,4% a/a). Le imposte sono ammontate a 7 milioni, mentre erano positive per 2,7 milioni nel primo semestre 2016. In incremento anche le minorities pari a 4,1 milioni contro gli 0,6 milioni dell’’anno precedente. L’utile netto ha raggiunto quindi il livello record di 121,2 milioni (sarebbero stati 126 milioni senza il costo del buyback delle obbligazioni), in crescita del 78,8% rispetto al 2016 e battuto nella storia di Azimut solo dai 180 milioni realizzati nel primo semestre 2015.
Il totale delle masse gestite a fine giugno ha raggiunto i 38,4 miliardi. La raccolta netta nei primi sei mesi è stata di 3,4 miliardi, mentre la performance media degli asset nei sei mesi in esame è stata del 2 per cento.
I risultati raggiunti si avvicinano e per alcuni parametri superano i target fissati dal piano del Gruppo Azimut per il 2019. I total asset, considerando anche il risparmio amministrato e gestito da case terze direttamente collocato, ha totalizzato 47,2 miliardi, di cui il 21% proveniente dalla rete internazionale del Gruppo, sfiorando con due anni di anticipo il target di 50 milioni posto per il 2019, con un obiettivo del 15% degli asset derivante dalla rete estera, già oltrepassato. In termini di utile netto, annualizzando i 126 milioni di utile netto adjusted, si arriva a 253 milioni, contro i 300 milioni attesi al 2019. Il piano prevedeva poi una raccolta media annualizzata di 2,5 miliardi nell’arco del piano, già superata dai 3,4 miliardi del primo semestre (che annualizzati diventerebbero 6,8 miliardi).