Banco Bpm – Salgono le commissioni nette (+14,5%) nel 2Q 2017

Ottimo andamento delle commissioni nette consolidate (+14,5% a 543,4 milioni), nel secondo trimestre 2017 di Banco Bpm. Un trend che ha permesso al margine di intermediazione di mantenersi sostanzialmente stabile a 1,2 miliardi. Buone indicazioni sul fronte dei costi (-6,3% a 750,4 milioni). Il periodo chiude con una lieve perdita di 21 milioni, risentendo però di 52,2 milioni di svalutazione relativa al fondo Atlante.

I vertici dell’istituto stanno lavorando al completamento della fusione dell’ex Bpm e dell’ex Banco Popolare. Inoltre, il management è impegnato nella riorganizzazione delle fabbriche prodotto, avviata con la cessione, avvenuta lo scorso venerdì, della controllata Aletti Gestielle Sgr (attiva nel risparmio gestito) ad Anima (con una plusvalenza di 700 milioni che sarà contabilizzata nei prossimi trimestri). Il prossimo passo dovrebbe riguardare il riassetto delle attività di private banking e corporate finance.

La banca continuerà a essere impegnata nella diminuzione dell’esposizione nei crediti deteriorati, dopo la cessione del portafoglio da 693 milioni avvenuta lo scorso giugno. L’obiettivo è la riduzione, entro il 2019, di complessivi 8 miliardi. L’Ad Giuseppe Castagna, durante la conference call per la presentazione degli ultimi risultati, ha sottolineato che quest’anno è prevista un’altra dismissione di npl per 2 miliardi, mentre nel 2018 di ulteriori 3-3,5 miliardi. La due diligence dovrebbe essere avviata entro settembre. Si ricorda che l’istituto ha creato una struttura ad hoc per la gestione degli npl.

Ma passiamo all’esame dei conti trimestrali riportati nella tabella seguente.

Il margine di intermediazione si è mantenuto sostanzialmente stabile a 1.173 milioni (1.209 milioni nel secondo trimestre 2016).

Ottima la crescita delle commissioni nette, salite a 543,4 milioni (+14,5%), grazie al comparto dei servizi di intermediazione, gestione e consulenza (+543 milioni). Quest’ultimo ha beneficiato del collocamento sia dei prodotti di risparmio sia di quelli delle gestioni patrimoniali.

Il margine di interesse ha mostrato una flessione (-4,6% a 511 milioni), principalmente imputabile ai minori contributi forniti dal portafoglio, conseguente alla valutazione al fair value dei titoli di debito che l’ex Bpm deteneva nel portafoglio come attività disponibili per la vendita.

In netta contrazione, invece, i profitti da trading, scesi a 63,8 milioni (-51,9%) per la riduzione della dismissione di attività finanziarie disponibili per la vendita ed in particolare di titoli di debito. Gli altri ricavi sono risultati in leggero calo a 54,8 milioni (-16,4%).

Prosegue il contenimento dei costi operativi, scesi del 6,3% a 750,4 milioni, e che beneficeranno di ulteriori sinergie nei prossimi mesi. In particolare le spese del personale diminuiscono del 5,1% a 458,4 milioni per il contenimento delle retribuzioni variabili e la riduzione dell’organico medio. Il numero totale dei dipendenti medi è infatti sceso di circa 360 unità rispetto a fine 2016. In diminuzione anche le altre spese operative (-8,1% a 292 milioni).

La riduzione dei costi consente al risultato lordo di gestione di aumentare del 3,7% a 423 milioni.

Le rettifiche su crediti si incrementano del 6,6% a 425,4 milioni, includendo le minusvalenze derivanti dalla cessione del citato portafoglio di 693 milioni.

Il risultato netto di gestione riporta, quindi, una lieve perdita di 2,5 milioni (utile di 8,9 milioni nel secondo trimestre 2016).

Il periodo chiude con lieve deficit di 21 milioni (utile netto di 46 milioni nel periodo aprile-giugno 2016), dopo aver contabilizzato una svalutazione pari a 52,2 milioni legata al fondo Atlante.

In termini patrimoniali, a fine giugno 2017 il Cet1 ratio fully phased è pari all’11,31%, mentre il Cet1 ratio phased in si attesta all’11,92 per cento.