Perdita netta consolidata di 194,8 milioni nel primo semestre del 2017 per Creval. Un risultato appesantito da 369 milioni di rettifiche su crediti, afferenti per 229 milioni alla cessione di 1,4 miliardi di npl (Progetto Elrond) e per 31 milioni alla svalutazione del fondo Atlante. In calo il margine di intermediazione a 365,6 milioni (-7,7%) e i costi operativi a 255,9 milioni (-2%).
Il margine di intermediazione ha mostrato un calo del 7,7% a 365,6 milioni, su cui ha pesato principalmente la riduzione dei profitti da trading a 10,8 milioni (-69,7%), inclusivi di 13 milioni di perdite dalla cessione dei crediti deteriorati citata precedentemente. In diminuzione anche il margine di interesse a 198,8 milioni (-5,8%). Diversamente riportano un aumento le commissioni nette a 142,3 milioni (+4,4%), sostenute da quelle di gestione, intermediazione e consulenza (+18,2%) e gli altri ricavi a 13,7 milioni (+4,6%).
I costi operativi sono diminuiti a 255,9 milioni (-2%). In particolare le spese per il personale sono diminuite dell’8,2% a 134,3 milioni, con l’uscita di 160 risorse anche a seguito della chiusura di 90 filiali, mentre le altre spese operative sono aumentate del 5,9% a 121,6 milioni e comprendono 8 milioni di oneri indirizzati al fondo di risoluzione.
La flessione dei costi, meno che proporzionale rispetto a quella del margine di intermediazione, eleva il cost/income ratio al 70%, dal 65,9% del periodo di confronto.
Pertanto, il risultato lordo di gestione è sceso a 109,8 milioni con una contrazione del 18,8 per cento.
Dopo le citate rettifiche su crediti per 369 milioni, la perdita netta di gestione aumenta a 259,3 milioni, dai 16,7 milioni del periodo gennaio-giugno 2017.
A contenere l’impatto delle rettifiche, l’iscrizione di proventi straordinari netti per 68,7 milioni (24,4 milioni nel periodo confronto), che recepiscono una plusvalenza netta di 69 milioni generata dalla cessione, perfezionata a giugno, di un portafoglio di immobili a Beni Stabili.
In termini patrimoniali il Cet1 ha mostrato un indebolimento al 10,5% (a fine 2016 era pari all’11,8%).
Gli impieghi sono diminuiti del 2,6% a 23,1 miliardi, mentre la raccolta rimane sostanzialmente stabile a 22,9 miliardi (-0,5%), con la raccolta diretta a circa 20 miliardi (-5,1%).
Ridotti i crediti deteriorati netti a 2,4 miliardi (3,2 miliardi a fine 2016), con una copertura delle sofferenze pari al 61% e un’incidenza dei deteriorati netti sui crediti totali al 14,1 per cento.