La banca ligure, nel primo semestre 2017, ha consuntivato una perdita netta consolidata di 155 milioni, in calo del 16% rispetto ai primi sei mesi 2016, grazie soprattutto alla significativa riduzione delle rettifiche su crediti (-30% a 219 milioni), in linea con la strategia dell’istituto di ridurre l’esposizione negli npl, testimoniata dalla cessione del portafoglio da 938 milioni. Il margine di intermediazione scende a 283 milioni (-14%) risentendo soprattutto del calo del margine di interesse (-12% a 141 milioni), non sufficientemente compensato dalla sostanziale tenuta delle commissioni nette a 123 milioni.
Nei primi sei mesi del 2017, Carige ha realizzato un margine di intermediazione in calo a 141 milioni (-14%), imputabile soprattutto alla riduzione del margine di interesse, non sufficientemente compensato dalla sostanziale stabilità delle commissioni nette.
Nel dettaglio, il margine di interesse è diminuito a 141 milioni (-12%) condizionato dal deleveraging sugli impieghi e dai tassi di mercato ai minimi storici.
Le commissioni nette sono rimaste sostanzialmente stabili a 123 milioni (-2%) grazie al buon andamento delle commissioni di gestione.
I profitti da trading si attestano a 8 milioni (-74%) per il venire meno di alcuni proventi non ricorrenti di cui aveva beneficiato il primo semestre 2016 (tra cui gli 8 milioni derivanti dalla cessione delle partecipazioni in Visa Europe e in CartaSi).
I costi operativi sono rimasti sostanzialmente stabili a 266 milioni poiché l’aumento delle spese per il personale (+6% a 152 milioni) è stato compensato dalla diminuzione degli altri oneri operativi (-9,2% a 114 milioni), in cui sono inclusi anche oneri di sistema per 13 milioni (7 milioni nel primo semestre 2016).
Tali dinamiche hanno fatto contrarre il risultato lordo di gestione a 17 milioni (-73%).
Le rettifiche nette di valore su crediti calano a 219 milioni (-30%), beneficiando anche della recente cessione del portafoglio da 938 milioni. La dismissione di quest’ultimo ha generato una minusvalenza di 66 milioni, inclusa nella voce.
Il calo delle rettifiche porta il risultato di gestione a ridurre il proprio deficit a 202 milioni (-19%).
Il periodo chiude con una perdita netta di 155 milioni (a fronte del rosso da 184 milioni del primo semestre 2016), dopo aver svalutato il fondo Atlante per 10 milioni e imposte positive per 67 milioni (contro l’apporto 77 milioni nel primo trimestre 2016).
Sul fronte patrimoniale, gli impieghi verso la clientela si riducono a 17,6 miliardi (-3% rispetto a fine 2016). Il portafoglio crediti deteriorati lordi è lievemente sceso a 7,2 miliardi (-2% rispetto a fine 2016), mentre in termini netti è leggermente diminuito a 3,7 miliardi (4 miliardi a fine 2016) grazie all’ulteriore aumento del coverage al 48,9% (45,4% al 31 dicembre 2016). All’interno dei crediti problematici, le sofferenze lorde aumentano a 3,9 miliardi (3,7 miliardi a fine 2016), mentre quelle nette si riducono a 1,3 miliardi (1,4 miliardi a fine 2016), con un livello di copertura del 66,8% (63% al 31 dicembre 2016).
La raccolta totale, invece, cifra in 23 miliardi (-2% rispetto a fine 2016), al cui interno la raccolta da clientela è pari a 13,3 miliardi (-3% rispetto al 31 dicembre 2016).
Il Cet1 è pari al 10,3%, un livello superiore al requisito minimo del 9% fissato dalla Bce per il 2017.