Il Ftse Mib chiude la settimana in calo del 2,7% in scia alle altre borse europee.
A condizionare l’ottava sono state le tensioni emerse tra Stati Uniti e Corea del Nord, dopo l’interruzione di ogni forma dialogo tra i due Paesi. Nello specifico Pyongyang ha rispedito al mittente le sanzioni Onu e i divieti sul proprio programma nucleare, provocando la ferma reazione di Washington, anche in seguito alle paventate azioni di bombardamento dell’isola di Guam, base americana, da parte di Kim Jong-un.
Una situazione fortemente instabile a cui si è unita venerdì la pubblicazione dei dati sull’inflazione degli Stati Uniti, la quale ha mostrato a luglio una variazione su base mensile inferiore alle attese a +0,1% e di quella italiana che ha mostrato un rallentamento per il terzo mese consecutivo condizionata dai prezzi dei beni energetici e dei servizi relativi ai trasporti e alle comunicazioni.
Dinamiche che hanno portato i loro effetti sia sul comparto bancario (-2,7%) che su quello dei servizi finanziari (-3,5%) con il risparmio gestito che riporta contrazioni comprese tra il 2,8% e il 4,4 per cento.
Sempre all’interno del Ftse Mib si segnala il lieve calo di Poste Italiane (-0,3%), in una settimana in cui sono giunte indiscrezioni relative al riposizionamento delle strategie dopo il cambio al vertice. Nel dettaglio la volontà è quella di allentare la presa sull’asset management, posizionando il focus sui pagamenti elettronici e valorizzando le potenzialità di Sia, società leader in Europa nei pagamenti elettronici di cui detiene circa il 15 per cento. Arretra anche Exor a -3,8 per cento.
Tra le Mid Cap svettano Dea Capital (+3,8%) e Banca Intermobiliare con un balzo del 6,1% in vista della scadenza di fine agosto, quando dovrebbero giungere quelle offerte vincolanti che, secondo le indiscrezioni, vedono presenti ben quattro fondi di private equity internazionali.
Banca Ifis chiude invece a -2,9%, indifferente alla pubblicazione dei conti del primo semestre 2017 che hanno evidenziato un utile in forte aumento a 103,7 milioni (39,1 milioni nello stesso periodo del 2016).
Tra le Small Cap MutuiOnline segna un ribasso del 2,4%, nonostante abbia riportato nel primo semestre un utile in crescita del 26,9% a/a a 13,9 milioni.