Le borse europee confermano i rialzi di inizio seduta, proseguendo il trend positivo cominciato lunedì. Intorno alle 12:00, il Ftse Mib di Milano guida il Vecchio continente con il +1,3%, seguito dal Cac 40 di Parigi (+1%). Guadagni anche per il Dax di Francoforte (+0,8%), l’Ibex 35 di Madrid (+0,7%) e il Ftse 100 di Londra (+0,6%).
Sul fronte macro, L’Istat informa che il Pil italiano del secondo trimestre 2017, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti e dell’1,5% su base annua. La crescita tendenziale è la più alta dal primo trimestre del 2011.
In Gran Bretagna il tasso di disoccupazione Ilo si è attestato al 4,4% a giugno, al di sotto del 4,5% di maggio e delle attese del consenso (4,5%).
La seconda lettura preliminare del Pil dell’Eurozona del secondo trimestre 2017 vede un aumento dello 0,6% su base trimestrale e del 2,1% su base annua.
Intanto, l’euro si mantiene pressoché invariato rispetto al dollaro. La moneta unica europea viene scambiata con il biglietto verde a 1,1732, mentre risale il prezzo del petrolio grazie ai dati Api sulle scorte Usa di greggio, scese di oltre 9 milioni di barili nell’ultima settimana, pur rimanendo sullo sfondo un mercato appesantito da un generale eccesso d’offerta: il Wti è quotato a 47,87 dollari (+0,7%), mentre il barile di Brent a 51,22 dollari (+0,8%).
Sull’obbligazionario, infine, lo spread tra Btp e Bund tedeschi scende sotto i 160 punti base, a quota 158,4, con il rendimento del decennale italiano intorno al 2,046 per cento.
Tornando a Piazza Affari, svetta sul listino principale ATLANTIA (+3,8%) sia perché, secondo la stampa spagnola, perde quota la possibilità di una contro-fferta su Abertis da parte di Acs, sia perché il gruppo italiano ha approvato investimenti per l’aeroporto Leonardo da Vinci per 384 milioni, parte di un piano complessivo al 2021 da 1,8 miliardi.
Non accenna a rallentare FCA (+3,2%) dopo il rally di lunedì scorso, risultato delle indiscrezioni su offerte provenienti dalla Cina per alcuni brand del gruppo. EXOR (+3,5%) in linea con la controllata.
Segno più generalizzato per i finanziari con BPER (+2,6%) e INTESA (+2,3%) grazie a Hsbc che ha portato il giudizio da “hold” a “buy” e il target price a 3,2 euro.