Il Ftse Italia Media chiude la settimana con una performance dell’1,1% e batte in modo netto l’analogo indice europeo (+0,1%) ma si colloca come fanalino di coda in un’ottava dominata dall’auto (+6,2%) a seguito del forte interesse su Fca (+9%) e sulla sua controllante Exor (+4,5%).
Settimana nella quale hanno registrato progressi di rilievo pure le utilities, ma anche il comparto Bancario ed i servizi finanziari merito il buon andamento del risparmio gestito ed il citato balzo di Exor.
L’ottava è stata quindi estremamente positiva per la piazza finanziaria italiana, che ha battuto i listini del vecchio continente ed i principali indici europei, consolidando la supremazia conquistata in questo 2017.
È doveroso comunque ricordare che l’italia resta la più arretrata se il confronto viene fatto con i valori precedenti la crisi che si è abbattuta sui mercati finanziari dalla primavera del 2007 a seguito della crisi dei mutui sub-prime americani. Una crisi dalla quale l’economia del nostro Paese non ne è ancora uscita in modo definitivo.
E tutto ciò si è scaricato con violenza inaudita sui media, che hanno subito in questi anni un duplice contraccolpo poiché alla forte riduzione delle copie vendute si è affiancato il crollo della pubblicità.
Fenomeni ancora oggi in azione anche se la ripresa in atto ha aperto alcuni spiragli ad una speranza dimostratasi vana sino ad oggi. Vedremo se il settore saprà reagire e mettere in campo le azioni necessarie per uscire dalla crisi che ancora oggi attanaglia molte delle società presenti al listino.
Ed alcune premesse sono evidenti come testimonia il buon andamento di Rcs Mediagroup, che in questo 2017 ha messo a segno un balzo del 62% proprio grazie alle iniziative messe in atto da Urbano Cairo, oggi saldamente al comando nella società editoriale milanese.
Buone notizie giungono anche dalla Mondadori, che nel periodo considerato, il 2017, ha consuntivato una performance del 55% tallonando a distanza ravvicinata la regina Rcs mettendo in atto una serie di azioni premiate dal mercato: dall’acquisto dell’area libri proprio dalla Rizzoli, a quella che ha interessato quell’editoria digitale di Banzai Media, oggi sotto il controllo di Mondadori,
Sul fronte opposto si colloca Mediaset in quanto il polo nazionale delle televisioni della famiglia Berlusconi, azionista di controllo anche della Mondadori, mantiene una intonazione insoddisfacente.
E questo sia per i deludenti risultati economici, sia per lo scenario di incertezza venutosi a creare a valle dell’intervento di quella Vivendì presieduta da Bolloré, una volta un fraterno amico della famiglia Berlusconi con cui ha condiviso anche ruoli nel consiglio di Mediobanca.
Da allora, però, qualche cosa si deve essere inceppato e poi, più di recente, la situazione si è ulteriormente aggrovigliata anche a causa delle iniziative del Governo francese, che ha bloccato le aspirazioni d’Oltralpe di Fincantieri.
Scenario a fronte del quale l’Italia ha reagito chiedendo lumi a Vivandì in merito alla sua posizione dominante in Telecom, che con Mediaset avrebbe potuto diventare un asset importante nelle strategie europee di Vivendì.
Un capitolo ancora tutto da decifrare, anche se la trame dovrebbe essere ben chiara fra gli attori in campo e le sorprese nel prossimo futuro non dovrebbero mancare.