Mercati – Chiusura flat, EUR/USD a 1,187 dopo Yellen in attesa di Draghi

Finale di seduta intorno alla parità per le Borse europee dopo il discorso di Janet Yellen dal meeting delle banche centrali di Jackson Hole. Il Ftse Mib di Milano archivia le contrattazioni poco mosso (+0,1%) a 21.746 punti. Sostanzialmente invariati anche il Ftse 100 di Londra (-0,1%), il Dax di Francoforte (-0,1%), l’Ibex 35 di Madrid (flat) e il Cac 40 di Parigi (-0,2%), mentre i listini americani, dopo due ore e mezza di scambi, oscillano in positivo e in negativo dello 0,2 per cento.

Delusi gli investitori che attendevano dal presidente della Fed eventuali riferimenti al prossimo ritocco ai tassi e all’avvio del piano alleggerimento del bilancio della banca centrale statunitense. La Yellen, infatti, ha incentrato il proprio discorso sulla difesa della regolamentazione finanziaria introdotta dopo la crisi del 2008, sostenendo che tali riforme hanno migliorato la resilienza del sistema finanziario.

Pertanto, la numero uno della Fed ha ammonito che eventuali revisioni dell’attuale regolamentazione dovrebbero essere modeste, tirando così una frecciata a Trump, più volte critico rispetto al Dodd Frank Act e ad altre normative che a suo dire avrebbero rallentato l’economia.

Le parole della Yellen hanno pesato principalmente sul dollaro, spingendo il cambio tra euro e biglietto verde a quota 1,188 e frenando quello con lo yen a 109,3. Per quanto riguarda la moneta unica sarà da seguire con particolare attenzione l’intervento di questa sera del presidente della Bce, Mario Draghi, anche se non sono attese particolari esternazioni in tema di politica monetaria.

L’agenda macro ha visto la diffusione in mattinata dell’indice Ifo di agosto. L’indicatore che misura la fiducia delle aziende in Germania è sceso meno del previsto, mantenendosi a ridosso del record di luglio di 116 punti.  In calo l’indice relativo alle condizioni attuali, mentre quello sulle aspettative è salito inaspettatamente. Sottotono invece i dati sugli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti, in diminuzione a luglio del 6,8%, oltre il 6% previsto, dopo il +6,4% della rilevazione precedente.

Fra le materie prime le quotazioni del greggio continuano ad essere compresse tra le preoccupazioni per una minore domanda di energia in seguito al prossimo uragano previsto nel fine settimana in Texas e i nuovi tagli OPEC annunciati per il 2018. Wti e Brent si attestano rispettivamente a 47,7 e 52,3 dollari al barile.

Sull’obbligazionario il rendimento del Btp decennale resta poco mosso in area 2,09%, con uno spread dal riferimento tedesco a 171 base.

A Piazza Affari sale BANCO BPM (+1,5%) che ha ricevuto da Aviva l’avvenuto esercizio dell’opzione di vendita dell’intera quota dalla stessa detenuta in Avipop Assicurazioni. Bene anche UNICREDIT (+1,4%) fra le banche.

Parziale rimbalzo di SAIPEM (+1,1%), penalizzata ieri dal ribasso del greggio e dall’avvio della procedura fallimentare da parte di Seadrill.

Ben intonate anche FERRAGAMO (+0,8%) e ATLANTIA (+0,7%), mentre si raffredda FCA (-0,7%) dopo il rally degli ultimi tempi. Prese di beneficio anche su BREMBO (-1%) ed EXOR (-1,2%), mentre chiude in fondo al listino BUZZI (-2,1%). In flessione A2A (-1,3%), nel giorno della prima udienza in Montenegro per lo sblocco della quota in Epcg.