Prosegue in territorio negativo la seduta delle borse europee, orfane di Londra chiusa per festività, penalizzate anche dal persistente vigore dell’euro, in area 1,193 dollari. Intorno alle 12:00, il Ftse Mib di Milano cede lo 0,2%, l’Ibex 35 di Madrid lo 0,3%, il Cac 40 di Parigi lo 0,4% mentre il Dax di Francoforte è a -0,5 per cento.
Sabato si è chiuso il simposio di Jackson Hole, lasciando in eredità una moneta unica sui massimi di due anni e mezzo rispetto al dollaro, dopo che sia Janet Yellen sia Mario Draghi hanno evitato riferimenti alle politiche monetarie future. I rispettivi leader di Fed e Bce si sono limitati a difendere la regolamentazione e le misure adottate negli ultimi anni e in particolare la Yellen ha messo in guardia su possibili revisioni delle norme introdotte dopo la crisi, mandando un messaggio indiretto al presidente Trump intenzionato a modificarle.
Pochi spunti oggi dall’agenda macro, che prevede nel primo pomeriggio la lettura preliminare sulle scorte all’ingrosso di luglio negli Stati Uniti. In Italia, in mattinata, l’Istat ha diffuso i dati di agosto sulla fiducia dei consumatori e delle imprese. L’indice del clima di fiducia dei consumatori è aumentato da 106,9 a 110,8 punti, rafforzando i segnali di miglioramento emersi nei mesi precedenti e l’indice composito del clima di fiducia delle imprese ha registrato un incremento da 105,6 a 107, collocandosi sui valori medi del 2007.
Tra le materie prime risale l’oro, in area 1.300 dollari l’oncia, approfittando della debolezza del biglietto verde. Debole invece il petrolio, in attesa di valutare gli effetti dei danni provocati dalla tempesta Harvey che nel week end ha colpito il cuore dello shale oil americano. Il Brent è poco mosso a 52,4 dollari mentre il Wti è in calo di circa un punto percentuale a 47,4 dollari.
Sull’obbligazionario, invece, lo spread Btp-Bund resta in area 170 punti base, con il rendimento del decennale italiano fermo al 2,09 per cento.
A Piazza Affari soffrono i titoli maggiormente esposti al dollaro, come LEONARDO (-1,3%), BUZZI (-1,3%), TENARIS (-1,2%), FERRAGAMO (-1%) e STM (-1,2%), quest’ultima penalizzata anche dalla debolezza del settore a livello europeo.
Prese di profitto su FCA (-0,8%), dopo il rally della scorsa ottava innescato dalle indiscrezioni su possibili operazioni di spin-off ed M&A. In rosso anche RECORDATI (-1,3%), mentre si mantengono a galla i bancari con INTESA a +0,5%, nonostante le possibili difficoltà nella sindacazione del prestito da 5,2 miliardi di dollari erogato a Glencore e a Qia (Qatar Investment Authority) per l’acquisto di una quota di Rosneft.
In positivo, infine, anche BANCA MEDIOLANUM (+0,5%), SNAM (+0,4%) e POSTE ITALIANE (+0,3%).