Servizi Finanziari – Il buon andamento di Exor (+2,1%) sostiene il settore (-0,3%)

Il Ftse Italia Servizi Finanziari è stato caratterizzato dal buon andamento di Exor (+2,1%) che permette al comparto di chiudere la settimana dal 21 al 25 agosto con una lieve flessione (-0,3%) ed in linea con l’analogo indice europeo (-0,2%) oltreché al Ftse Mib (-0,3%).

E la tenuta dell’Italia è ancorata all’eccellente performance del comparto auto (+8,1%), trascinato a sua volta da una Fca (+15,9%) che solo venerdì è uscita momentaneamente dai riflettori.

In buona sostanza degli altri 16 comparti che compongono il listino milanese ben 13 hanno messo in luce performance negative per le prese di beneficio che hanno contraddistinto molti titoli a partire dai bancari.

Il comparto auto, invece, ha brillato sostenuto dal richiamato Gruppo italo-americano, restato al centro degli scambi per una serie di ipotesi che si sono concatenate: dall’interesse, poi parzialmente smentito, di gruppi automotoristici cinesi, alla necessità di conseguire ulteriori passi sul fronte del consolidamento globale per i costruttori di auto, transitando per le probabili scissioni che dovrebbero interessare alcuni marchi (Alfa Romeo e Maserati) o alcuni business come la componentistica (Magneti Marelli e Comau).

È doveroso infine segnalare che venerdì 25 si è tenuto aJackson Hole, negli Usa, l’atteso discorso di Janet Yellen nell’ambito del meeting delle banche centrali. Attesa disillusa in quanto il presidente della Fed non ha affrontato i nodi dell’eventuale ulteriore intervento sui tassi entro fine anno, e men che meno il tema dell’avvio della riduzione degli attivi, limitandosi a difendere con forza l’impianto da cui è generata la politica messa in atto dal 2008 per ridare forza ad un sistema al collasso. Impianti che ora il presidente Donald Trump pare desideroso di smantellare.

L’effetto sui mercati finanziari dell’intervento del presidente Yellen è stato pressoché nullo se si esclude l’immediato indebolimento del dollaro, con l’euro salito in prossimità di 1,19. Dinamica difficilmente comprensibile se si considera l’Europa nel suo insieme, ma probabilmente decifrabile se l’analisi si restringe all’area della grande Germania, la cui forza sarà solo minimamente intaccata da una rivalutazione dell’euro che alcuni operatori definiscono “concordata”.

Contesto all’interno del quale venerdì le borse europee hanno chiuso nell’intorno della parità una giornata poco mossa. Il Ftse Mib ha infatti registrato un più 0,1% a 21.746 punti, mentre leggermente al di sotto si  collocano il Ftse 100 di Londra (-0,1%), il Dax di Francoforte (-0,1%), l’Ibex 35 di Madrid (flat) e il Cac 40 di Parigi (-0,2%).

E tutto ciòmentre i listini americani oscillavano nell’intorno della parità, passando da valori positivi a quelli negativi ma sempre senza scostamenti di rilievo.

Nel contempo, le quotazioni del greggio sono rimaste compresse tra le preoccupazioni per una minore domanda di energia in seguito al prossimo uragano previsto nel fine settimana in Texas e i nuovi tagli OPEC annunciati per il 2018. Wti e Brent si attestano rispettivamente a 47,7 e 52,3 dollari al barile.

Tornando poi a Piazza Affari e più in particolare ai titoli dei servizi finanziari, è doveroso segnalare che l’ottava appena conclusa è stata contraddistinta dalle citate performance di Exor, che continua a beneficiare dell’interesse sulla controllata Fca, oggetto di una serie di interessi che cercano di assegnare a Fca un ruolo centrale nell’ambito degli aggiustamenti attesi nel settore auto a livello globale.

Tutti gli altri titoli, invece, si sono mossi verso il basso dominati dalle prese di beneficio con poche eccezioni quali Poste Italiane, che hanno esso in luce in settimana un progresso dello 0,1% mantenendo però segni negativi per tutte le altre scadenze, inclusa quella da inizio anno con -3,1 per cento. Rosso sul quale, ricordano gli operatori, pesano le incertezze subentrate con il cambio al vertice. E ciò in attesa del piano industriale che dovrebbe delineare quali saranno le linee guida del nuovo capo azienda.

Settimana all’insegna delle vendite anche per i titoli del risparmio gestito. Il rosso varia infatti dallo 0,8% di Banca Mediolanum al 3,9% di Anima, su cui si riflettono le incertezze che caratterizzano la citata Poste Italiane, anche se Anima segue con determinazione il disegno che Cdp le ha costruito; disegno al cui interno si è ritagliato un ruolo di primo piano il Banco Bpm, il terzo gruppo bancario del Paese.