Il Ftse Italia servizi pubblici chiude la seduta di ieri, martedì 29 agosto, con un calo dello 0,8% e si allinea all’analogo indice europeo, poiché l’Euro Stoxx 600 utilities è sceso ieri esattamente dello 0,8 per cento, ma perde meno del nostro Ftse Mib, il cui rosso si è fissata a meno 1,5 per cento.
Il tutto in una giornata contraddistinta dai venti di guerra scatenati dall’ennesimo lancio di missili da parte della Corea del Nord. Evento condannato da pressoché tutte le nazioni del globo, mentre diventano meno forti e più difficili da sostenere le difese fino ad ora erette da Russia e Cina.
Questo anche perché nessuno al mondo può oggi permettersi di scatenare una guerra che non sia locale, periferica e marginale rispetto a quegli interessi dell’economia globale a cui da tempo partecipano a tutti gli effetti pure Russia e Cina.
In ogni caso, ieri, i venti di guerra che soffiano dalla Corea si sono abbattuti sulle Borse di tutto il globo e quindi anche su quelle del Vecchio Continente, che hanno subito una flessione generalizzata proprio mentre Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone hanno richiesto e ottenuto una riunione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Più in particolare Piazza Affari riporta il rosso all’1,5% così come il Dax di Francoforte, mentre il Cac 40 di Parigi, l’Ibex 35 di Madrid ed il Ftse 100 di Londra limitano le perdite ad uno -0,9% beneficiando tutte nel finale anche del ritorno sulla parità di Wall Street dopo un avvio in rosso. Trend consolidatosi nel corso della , con tutti gli indici che chiudono in positivo scacciando i timori del “panic selling”.
Questo anche se è doveroso segnalare la rottura di importanti livelli tecnici, con l’Eurostoxx, il Dax e il Cac che hanno bucato al ribasso la media mobile a 200 giorni, livello a cui si è avvicinato anche il Ftse 100 lasciando intravvedere un primo possibile segnale di correzione.
L’incertezza agevola al contrario i beni di rifugio e l’oro si avvicina agli 1.325 dollari l’oncia per poi tornare in area 1.317 complice anche la parziale risalita del biglietto verde. La valuta americana recupera infatti dai minimi intraday, pur restando debole con il cambio euro/dollaro a 1,203 e quello con lo yen in area 109.
L’avversione al rischio riporta denaro sul mercato obbligazionario, inizialmente verso i Paesi percepiti come più sicuri. Lo spread Btp-Bund si colloca così a 171 punti base, con il rendimento del decennale italiano in area 2,05 per cento.
Tra le materie prime si registra un nuovo calo del Wti, che torna sotto quota 46 dollari, in un mercato che valuta la chiusura di oltre il 10% della capacità di raffinazione negli Stati Uniti per via della tempesta Harvey.
Tornando invece a Piazza Affari ed ai titoli delle utilities è doveroso segnalare la capacità di tenuta del comparto (-0,8%) al cui interno spiccano le dinamiche di A2a, Snam e Italgas. Titoli caratterizzati da una flessione limitata allo 0,4% rispetto ad un Ftse Mib che a fine giornata perde l’1,5 per cento.
Ancora meglio Alerion, Iren e Acegas, che si muovono i controtendenza mettendo in luce un progresso rispettivamente dell’1,2 per cento, dello 0,3% e dell’1,4 per cento, mentre Acsm-Agam è fra le peggiori con un rosso che a fine giornata si colloca al 2 per cento.