Altra seduta debole per le borse europee, penalizzate nel finale dall’andamento negativo di Wall Street, con i principali indici americani in calo dello 0,5-0,6 per cento. Il Ftse Mib di Milano archivia le contrattazioni in flessione dello 0,2% a 21.737 punti, con gli acquisti sui petroliferi controbilanciati dalle vendite sui bancari. Chiudono in rosso anche il Cac 40 di Parigi (-0,2%), il Ftse 100 di Londra (-0,5%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,5%) mentre il Dax di Francoforte guadagna lo 0,2 per cento.
Sullo sfondo permangono le preoccupazioni per la situazione in Asia ma il focus degli investitori è rivolto soprattutto al meeting della Bce in programma giovedì. Dall’Eurotower non sono attese novità esplicite sul tapering, previste per la riunione di ottobre, mentre è probabile una revisione al ribasso delle stime di inflazione alla luce dell’apprezzamento dell’euro. Possibile inoltre un riferimento verbale a un prossimo allentamento degli stimoli, in vista di un annuncio più esplicito in autunno.
La prudenza della Bce è dettata anche dalla cautela adottata dalla Fed e invocata quest’oggi dal consigliere del Fomc Lael Brainard, che ha invitato la banca centrale statunitense a valutare con attenzione le tempistiche del prossimo rialzo dei tassi, poiché l’inflazione è ancora ben al di sotto dell’obiettivo fissato al 2 per cento.
Nel frattempo, l’euro continua ad oscillare in area 1,19 dollari, mentre lo yen guadagna terreno sul biglietto verde e sulla moneta unica con i rispettivi cambi a 108,9 e 129,7.
Sul fronte macroeconomico, gli indici Pmi servizi e composito dell’area europea hanno sostanzialmente confermato il quadro positivo di luglio, mentre negli Stati Uniti i dati dello stesso mese sugli ordini di beni durevoli hanno ampiamente deluso le attese.
Tra le materie prime riprende quota il petrolio, con il Wti (consegna ottobre) a 48,9 dollari al barile (+3,3%). Alla base della performance la discussione sull‘estensione del taglio alla produzione dei Paesi Opec e non Opec tra Russia e Arabia Saudita. Anche il ministro del Petrolio iraniano Bijan Zangeneh ha riferito che sono in corso colloqui non ufficiali per estendere la riduzione, aggiungendo che le scorte globali restano a livelli alti.
Sull’obbligazionario, infine, il differenziale Btp-Bund si attesta a 165 punti base con il rendimento del decennale italiano in calo al 2,01 per cento.
A Piazza Affari gli acquisti premiano soprattutto i petroliferi TENARIS (+3,3%) e SAIPEM (+3,2%), mentre ENI chiude in progresso di mezzo punto percentuale.
Ben comprate anche YNAP (+1,9%) e SNAM (+1,3%), che beneficia dell’upgrade di RBC Capital Markets. Gli analisti infatti hanno rivisto al rialzo la raccomandazione a ‘outperform’ dal precedente ‘sector perform’, migliorando il target price a 4,75 euro da 4,25 euro.
A zavorrare il principale listino milanese sono principalmente i titoli bancari, in particolar modo BANCO BPM (-2,3%), UBI (-2,2%), UNICREDIT (-1,8%) e MEDIOBANCA (-1,7%).