La Borsa dà fiducia alle dichiarazioni del principale socio della banca, Vittorio Malacalza, che ha indicato di condividere il piano di rafforzamento patrimoniale e di non volersi diluire nell’operazione. Gli investitori restano tuttavia in attesa dei dettagli sul piano industriale, che sarà approvato dal cda il 13 settembre e sarà presentato alla comunità finanziaria il 14 settembre, e della conferma sulla realizzazione delle prime dismissioni, in particolare la cessione della sede di Milano.
Piazza Affari ha recepito positivamente la dichiarazione di Vittorio Malacalza di voler puntare ancora sul Carige, investendo nell’aumento di capitale. Alle 10:45 i titoli hanno accentuato il proprio rialzo segnando un +2,9% a 0,234 euro.
Il movimento dei titoli è legato alle prese di posizione di Malacalza che intende fare la sua parte nell’operazione, sottoscrivendo la propria quota di competenza senza rischiare di venire diluito con l’ingresso nel capitale di nuovi soci che entrerebbero a condizioni molto più favorevoli di quelle alle quali l’imprenditore ha effettuato l’investimento. Attualmente l’imprenditore ha in carico le azioni Carige a un prezzo medio attorno a 1,7 euro, ben al di sopra degli 0,23 centesimi a cui quota a Piazza Affari. Per salvaguardare il proprio investimento, Malacalza ha scritto una nota al cda di Carige chiedendo di eliminare dalla delibera la possibilità che l’aumento venga realizzato con esclusione del diritto di opzione.
L’orientamento del cda parrebbe quello di assecondare l’azionista e ci sarebbe la possibilità che nella riunione del cda del prossimo 13 settembre, che approverà il nuovo piano industriale, venga esaminato anche un addendum alla delibera che potrebbe recepire le richieste del socio e vice presidente.
L’attuale amministratore delegato della banca, Paolo Fiorentino, è a conoscenza delle preferenze del principale azionista ma deve cercare di trovare un punto di incontro con quelle che sono le richieste da parte degli organi di controllo, in particolare della Bce, e con le condizioni che sono poste dalle banche del consorzio di garanzia, Deutsche Bank e Credit Suisse. I due istituti hanno formato un accordo di pre-garanzia ma per il commitment definitivo hanno posto alcune condizioni. Supponendo infatti che Malacalza, Gabriele Volpi (secondo socio con il 6,01%) e l’altro grande socio Aldo Spinelli (1,5%) sottoscrivano la quota di competenza dell’aumento di capitale, su 500 milioni di mezzi finanziari richiesti al mercato, 126 milioni sarebbero assicurati. Ma il mercato sarà in grado di assorbire gli altri 374 milioni?
Le recenti operazioni, come quella di Unicredit, hanno dimostrato che gli investitori istituzionali a fronte di un piano di rilancio serio e credibile sono disposti a mettere i propri soldi. Tuttavia, le banche del consorzio vogliono minimizzare i rischi di inoptato. E allo stesso tempo la Bce non intende lasciare deroghe al rafforzamento patrimoniale necessario per poter completare il deleveraging del Gruppo.
Per questo il cda ha voluto tenersi un’opzione di riserva e nella relazione per l’assemblea del 28 settembre chiamata ad approvare l’aumento di capitale, pubblicata ieri, si legge che la decisione del cda è “in via principale di procedere a un aumento di capitale scindibile con riconoscimento del diritto d’opzione per la parte preponderante, fatta eccezione per la ridotta porzione eventualmente da riservare a destinatari di una possibile operazione di liability management”. Tuttavia “ai fini di poter beneficiare della flessibilità necessaria all’attuazione del piano di rafforzamento patrimoniale della banca, per le ragioni e nei casi – limitati e precisamente individuati, il consiglio ha comunque ritenuto opportuno proporre all’assemblea straordinaria degli azionisti il conferimento di una delega che contempli la possibilità di portare a compimento eventuali alternative che si rendessero opportune”.
L’attenzione degli investitori resta tuttavia focalizzata sulla presentazione del prossimo piano industriale che sarà approvato dal cda il 13 settembre e il 14 settembre sarà presentato alla comunità finanziaria. Altra scadenza importante è la conferma della cessione della sede di Milano, che rappresenta uno degli asset principali che sono stati messi sul mercato per reperire risorse finanziarie.