Il Ftse Italia Media ieri ha chiuso in lieve calo dello 0,3% sottoperformando il corrispondente indice di comparto europeo che ha registrato un rialzo dello 0,1 per cento.
I principali listini europei nella seconda giornata della settimana hanno chiuso in frazionale calo, unica nota intonata Francoforte con il Dax che ha recuperato chiudendo in rialzo dello 0,2 per cento. Sullo sfondo sempre le tensioni per la situazione in Asia, ma il focus degli investitori è già proiettato sul meeting della Bce di giovedì. Il Ftse Mib di Milano perde un ulteriore 0,2% a 21.738 punti. A Madrid l’Ibex 35 segna un ribasso dello 0,5% al pari del Ftse 100 di Londra, mentre il Cac 40 di Parigi, cede lo 0,3 per cento.
Rimbalza Mediaset dopo la sequenza di giornate in rosso, recuperando lo 0,5% con un ultimo prezzo a 3,05 euro Si ricorda che, nella relazione semestrale di Vivendi pubblicata lo scorso venerdì, emerge che, in merito alla richiesta di danni da parte di Mediaset per la rottura del contratto dell’8 aprile 2016 relativo a Premium (la cui mediazione è ancora in atto), il 9 giugno è stata presentata una nuova denuncia per 2 milioni. Se la mediazione non andrà a buon fine, la prossima udienza dinanzi alla Corte Civile di Milano si terrà il 19 dicembre 2017.
Ancora contrapposte le due Mid Cap con Rcs Mediagroup in rialzo dello 0,1% a 1,24 euro e Cairo Communication in flessione dell1,9% a 3,81 euro.
Tra le Small Cap emergono Gedi Gruppo Editoriale (+2% a 0,73 euro) e Poligrafici Editoriale (+1,4% a 0,20 euro).
L’attenzione di ieri è stata rivolta anche al titolo Sole 24 Ore (+0,7% a 0,40 euro). La società editoriale ha comunicato i risultati del primo semestre 2017 che mostrano un giro d’affari consolidato in calo del 12,5% a 121 milioni. I margini operativi recepiscono il taglio dei costi diretti e operativi per circa 20 milioni (-19,6%). L’Ebitda negativo sale a circa 33 milioni dai 23 milioni del pari periodo 2016 rideterminato; al netto di oneri non ricorrenti cifra in -9,1 milioni (-14,7 milioni nel 2016). Il deficit operativo passa da 39,7 milioni a 40,3 milioni; al netto di oneri non ricorrenti migliora di 8,3 milioni a -17 milioni. Il risultato delle attività destinate alla dismissione (3,9 milioni) è riferito al ramo formazione ed eventi di cui è prevista la cessione a terzi di una quota inizialmente di minoranza. Il deficit finale segna una riduzione a 45,5 milioni dai circa 50 milioni del primo semestre 2016; escludendo gli oneri non ricorrenti migliora di 8,9 milioni a -14,7 milioni.