Ieri pomeriggio, dopo la chiusura dei mercati, l’esecutivo di Parigi ha proceduto alla cessione di un pacchetto di minoranza della multi-utility transalpina attraverso due distinte operazioni, chiuse entrambe con successo già in serata.
Attraverso un Accelerated book building (Abb) – curato da Bnp Paribas, Morgan Stanley e Jp Morgan in qualità di joint bookrunner – sono state cedute a investitori istituzionali internazionali ben 99,9 milioni di azioni Engie, pari al 4,17% del capitale. Nelle stesse ore, il governo francese – sempre attraverso l’Agenzia per le partecipazioni dello Stato francese (Ape) – ha venduto alla stessa Engie 11,1 milioni di azioni, pari allo 0,46% del capitale. Nel complesso, quindi, la presenza dello Stato francese nel gruppo dell’energia quotato a Parigi si è ridotta al 24,1% del capitale e al 27,6% dei diritti di voto.
In entrambi i casi, il prezzo di cessione unitario di entrambe le operazioni è stato pari a 13,8 euro, cioè con uno sconto dell’1,25% rispetto alla quotazione di chiusura di ieri, per un incasso totale di 1,53 miliardi che sarà destinato al nascente fondo per l’innovazione da 10 miliardi. Il governo di Parigi ha comunque confermato la fiducia negli attuali vertici del gruppo.
A poco più di mezz’ora dal termine delle contrattazioni, le quotazioni di Engie sono in deciso rialzo sul listino di Parigi (+2,6%), a fronte di un progresso dello 0,4% dello Stoxx Europe 600 Utilities.