Intorno alle 16:00 le borse continentali scambiano in territorio lievemente positivo, eccetto il Ftse Mib di Milano (-0,3%), dopo la conferenza stampa di Mario Draghi a margine della riunione della Bce e l’avvio in frazionale ribasso di Wall Street. Ben intonati il Dax di Francoforte (+0,8%), il Ftse 100 di Londra (+0,6%) e il Cac 40 di Parigi (+0,4%), mentre l’Ibex 35 di Madrid è invariato.
Come da previsioni, la Bce ha mantenuto invariata la propria politica monetaria, confermando il programma di acquisti di obbligazioni da 60 miliardi al mese e la possibilità di estendere il Quantitative easing in termini di quantità e durata, per avvicinare l’inflazione al target del 2 per cento. Nessun annuncio sul tapering, come da pronostici. Il direttivo si è limitato a una discussione preliminare dei possibili scenari ma gran parte delle decisioni verrà presa nella riunione del 25 e 26 ottobre.
Il presidente Mario Draghi si è soffermato invece sulla recente volatilità del tasso di cambio, “una fonte d’incertezza da monitorare a causa delle sue implicazioni per l’outlook di medio termine e per la stabilità dei prezzi”. Nel frattempo, il cambio euro/dollaro ha toccato un nuovo picco in area 1,206, per poi scendere nuovamente in area 1,2.
L’apprezzamento della moneta unica ha portato la Bce ad abbassare dello 0,1% le stime di inflazione per il 2018 e per il 2019, rispettivamente a 1,2% e 1,5 per cento. Per quanto riguarda il Pil dell’Eurozona, invece, la previsione per il 2017 è stata innalzata dall’1,9% al 2,2 per cento. Proprio in mattinata sono stati diffusi i dati sul Gdp del secondo trimestre, in crescita del 2,3% su base annua e dello 0,6% rispetto al primo trimestre.
Tra le materie prime, l’oro supera i 1.340 dollari l’oncia approfittando della debolezza del biglietto verde. Per quanto riguarda le quotazioni del petrolio, invece, il Wti resta in area 49 dollari in attesa dei dati settimanali sulle scorte Usa in uscita questo pomeriggio, dopo il dato Api leggermente negativo.
Acquisti diffusi sull’obbligazionario dopo le parole di Draghi, con il rendimento del Btp in ribasso di 8 basis point all’1,93% e lo spread dal Bund che si riduce a 162 punti base.
A Piazza Affari sprofonda FERRARI (-6,8%), che sconta il downgrade di Morgan Stanley da ‘overweight’ a ‘underweight’. In calo anche EXOR (-3,1%) e FCA (-1,6%).
Fra i bancari arretrano BANCO BPM (-2%), UNICREDIT (-1,4%), UBI (-1,4%) e MEDIOBANCA (-0,8%), mentre INTESA (+0,2%) e BPER (+0,5%) resistono in positivo.
Acquisti anche su STM (+1,1%), YNAP (+1,1%), MEDIASET (+1,2%) e LUXOTTICA (+1,7%).