Dopo l’avvio debole di Wall Street i listini europei proseguono senza una direzione ben delineata, all’indomani della riunione della Bce che ha lasciato aperte diverse questioni. Intorno alle 15:45 il Ftse Mib di Milano segna un rialzo dello 0,4 per cento. Il Dax di Francoforte, il Cac 40 di Parigi e l’Ibex 35 di Madrid sono sostanzialmente invariati mentre il Ftse 100 di Londra è in flessione dello 0,4 per cento.
Oltreoceano gli indici americani hanno aperto in lieve flessione, ancora condizionati dalle preoccupazioni legate all’uragano Irma e alle tensioni con la Corea del Nord.
Dinamiche che mantengono sotto pressione il dollaro, con il cambio EUR/USD in area 1,205 e l’USD/JPY a 107,7. Sull’apprezzamento della moneta unica si è espresso ieri anche il presidente della Bce Mario Draghi, definendo la volatilità del tasso di cambio “una fonte di incertezza da monitorare” e imputando a essa il taglio delle stime di inflazione, ma senza usare quei toni più decisi che forse il mercato si aspettava.
Inoltre il direttivo ha rimandato ogni discussione sul tapering ad ottobre, confermando per il momento il Quantitative easing. Secondo le ultime indiscrezioni, però, la banca centrale starebbe studiando una riduzione del piano di acquisti mensili, da 40 a 20 miliardi. Voci che hanno agevolato il recupero dei bancari e dei listini dopo una partenza in negativo.
Sulla scorta di tali indiscrezioni risalgono i rendimenti delle obbligazioni decennali, specialmente nei Paesi periferici, dopo il calo di ieri scaturito dalle parole di Draghi. Lo spread Btp-Bund naviga in area 165 punti base, con il rendimento del Btp all’1,97 per cento.
Tra le materie prime, invece, l’oro approfitta della debolezza della moneta americana mantenendosi in area 1.350 dollari l’oncia. Per quanto riguarda il petrolio, il Wti flette di una frazione di punto percentuale a 49 dollari l’oncia, appesantito anche dai dati diffusi ieri dll’Eia sulle riserve statunitensi.
Tornando a Piazza Affari, gli acquisti premiano in particolare YNAP (+3,5%), seguita dai bancari UNICREDIT (+1,3%) e BANCO BPM (+1,6%) che potrebbe scegliere entro ottobre il partner assicurativo. Ben intonata anche FINECO (+1,1%) che ieri ha diffuso dati ottimi sulla raccolta di agosto.
Deboli i petroliferi, penalizzati in parte dalle scorte americane in aumento e dall’apprezzamento dell’euro. In flessione anche le utilities, agevolate ieri dal calo dei rendimenti obbligazionari. Arretra anche MEDIASET (-1,3%), mentre Vivendi starebbe definendo un accordo con Agcom per risolvere la questione della doppia partecipazione nel Biscione e in TELECOM ITALIA (+0,3%).
In fondo al listino scivolano FERRAGAMO (-1,8%) e BANCA GENERALI (-1,7%), nonostante l’incremento della raccolta netta ad agosto.