Giornata positiva per le borse europee nella prima seduta della nuova ottava, grazie all’attenuarsi delle preoccupazioni legate alla Corea del Nord e all’indebolimento dell’uragano Irma, che hanno agevolato il rimbalzo del dollaro e consentito a Wall Street di aprire in rialzo dopo la debolezza della scorsa settimana.
Il Ftse Mib di Milano archivia le contrattazioni in rialzo dell’1,6%, superando dopo quasi un mese quota 22 mila punti (22.134), grazie soprattutto alla buona intonazione di assicurazioni, banche e servizi finanziari. Tonici anche il Cac 40 di Parigi (+1,2%), il Dax di Francoforte (+1,4%) e l’Ibex 35 di Madrid (+1,9%) mentre il Ftse 100 di Londra termina positivo ma più arretrato (+0,5%). Oltreoceano anche il Dow Jones buca al rialzo la soglia dei 22 mila punti e i principali indici scambiano in progresso di circa un punto percentuale.
Pochissimi spunti quest’oggi dall’agenda macro, con i soli dati di luglio sulla produzione industriale italiana migliori delle attese (+0,1% m/m, +4,4% a/a). Sul fronte delle banche centrali, invece, è intervenuto in mattinata il membro del board della Bce Benoit Coeuré, alzando l’attenzione sulla persistente forza dell’euro che potrebbe portare conseguenze negative per l’inflazione.
Per quanto riguarda la Fed, invece, William Dudley del distretto di New York ha dichiarato che il processo di ricostruzione dopo i danni causati dagli uragani Harvey e Irma potrà dare un contributo significativo alla crescita economica americana nel 2018. In attesa della prossima riunione del Fomc (19-20 settembre) Dudley ha inoltre riconfermato il tracciato futuro della politica monetaria, che dovrebbe prevedere per quest’anno un ulteriore rialzo dei tassi a dicembre.
Intanto, sul Forex, il dollaro ha recuperato terreno sulle principali valute, con l’EUR/USD sceso a 1,198 e il cambio tra biglietto verde e yen nuovamente in area 109.
La parziale rimonta del biglietto verde e la maggiore propensione al rischio pesano sull’oro, sceso in area 1.333 dollari. Sempre tra le materie si registra volatilità sulle quotazioni del petrolio, compresso fra la possibile riduzione della domanda dopo l’uragano Irma e le indicazioni positive provenienti dall’Arabia Saudita, disposta a prolungare i tagli alla produzione oltre marzo 2018. Il Wti torna così a 47,7 $ dopo aver toccato un minimo intraday poco sopra i 47 dollari al barile.
Sull’obbligazionario, infine, il differenziale tra Btp e Bund si attesta a 162 punti base, con il rendimento del decennale italiano poco mosso all’1,95 per cento.
A Piazza Affari vola UNIPOL (+6,7%), sostenuto dalla buona intonazione del settore e dall’innalzamento della raccomandazione da ‘neutral’ a ‘outperform’ da parte di Mediobanca con target price a 4,9 euro. Sempre fra gli assicurativi avanzano anche GENERALI (+3,1%) e UNIPOLSAI (+3,2%), tra i finanziari corrono EXOR (+4,2%) e FINECO (+3,7%).
In evidenza pure SAIPEM (+3,3%) grazie al giudizio ‘buy’ di Hsbc che valuta il titolo a 4,4 euro, con un upside di oltre il 30 per cento.
Ben intonati i bancari, in particolare UBI (+3,5%), BPER (+2,9%), BANCO BPM (+2,8%) e UNICREDIT (+2,7%). Poco mossi LEONARDO e TENARIS (-0,1%), mentre fra le utilities corrono ENEL (+1,4%) e SNAM (+1,4%). Su quest’ultima Macquarie ha migliorato il giudizio a ‘neutral’ dal precedente ‘underperform’ alzando il target price a 4 euro.