Il riordino delle partecipazioni del Comune di Torino approvato dalla Giunta Appendino lo scorso 7 settembre tocca direttamente Iren e la Centrale del Latte d’Italia. La decisione trova ragione nell’obbligo di ottemperare a quanto disposto dalla Legge Madia ed alla esigenza di portare risorse nelle casse comunali, come rilevato dalla Corte dei Conti. La partecipazione in Iren, di gran lunga la più importante in termini di valore, è oggi detenuta indirettamente attraverso FSU, Finanziaria Sviluppo Utilities, partecipata pariteticamente dai Comuni di Genova e Torino, mentre il 37% in Centrale del Latte d’Italia è di diretta proprietà, sebbene vincolato in patto di sindacato dove figura, tra gli altri, il Comune di Firenze.
È probabile che il tema della possibile cessione di una quota del pacchetto di Iren sia stata al centro della riunione avvenuta ieri a Genova tra i sindaci della città ospitante, di Torino e di Reggio Emilia, i tre maggiori azionisti dell’utility, anch’essi riuniti in un patto di sindacato sottoscritto da 65 soggetti di natura pubblica.
Anche nel caso delle Centrale del Latte d’Italia, l’eventuale alleggerimento della partecipazione dovrà avvenire nel pieno rispetto degli obblighi parasociali sottoscritti un anno fa.
Il mercato non sembra al momento prestare grande attenzione ai possibili risvolti di queste operazioni.
Dall’inizio del mese, Iren mette a segno una performance superiore al 2%, Centrale del latte d’Italia si muove all’interno di uno stretto range compreso tra 2,90 e 2,96 €, sostanzialmente in linea con l’indice settoriale.