Altra seduta moderatamente positiva per le borse europee, che in assenza di particolari spunti continuano in parte a beneficiare dell’assenza di notizie negative dalla Corea del Nord e dei danni minori delle attese dell’uragano Irma.
Il Ftse Mib di Milano archivia le contrattazioni in rialzo dello 0,4% a 22.233 mila punti grazie soprattutto alla buona intonazione dei titoli bancari. Segno più anche per il Dax di Francoforte (+0,4%), il Cac 40 di Parigi (+0,6%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,1%) mentre il Ftse 100 di Londra termina in flessione dello 0,2%, penalizzato dal rafforzamento della sterlina dopo i dati sull’inflazione del Regno Unito. Oltreoceano i principali listini americani scambiano in frazionale rialzo, con lo S&P 500 a un passo da quota 2.500 punti.
Sul fronte macro sono stati diffusi i dati italiani sulla disoccupazione, scesa nel secondo trimestre all’11,2% dall’11,6% dei primi tre mesi, a fronte dell’11,3% atteso. Nel Regno Unito invece l’indice dei prezzi al consumo ha registrato, ad agosto, un aumento superiore alle stime degli analisti (+0,6% m/m, +2,9% a/a e +2,7% il Cpi core), dando nuova linfa al recupero della sterlina.
La moneta britannica ha raggiunto così i massimi di un anno nei confronti del dollaro in area 1,328, mentre il cross con l’euro è tornato in area 0,90. Poco mosso l’euro/dollaro a 1,197, mentre continua la risalita del cambio dollaro/yen che buca al rialzo quota 110.
Il rafforzamento della sterlina precede l’appuntamento di domani con la Bank of England, pronta a tollerare un’inflazione elevata in attesa che si manifestino gli impatti della Brexit. Ieri notte, intanto, la Camera dei Comuni ha approvato il Great Repeal Bill, la legge quadro che consentirà al Regno Unito di sottrarsi alla potestà legislativa dell’Unione Europea, decidendo poi quali norme riassorbire con eventuali modifiche.
Tra le materie prime, il petrolio scambia frazionale rialzo dopo il report dell’Opec che evidenzia i progressi ottenuti grazie ai tagli alla produzione e parla di “riequilibrio del mercato in corso”. Brent e Wti quotano rispettivamente 54,3 e 48,3 dollari al barile.
Vendite diffuse sull’obbligazionario, dove lo spread Btp-Bund resta poco mosso in area 161 punti base ma il rendimento del decennale italiano risale oltre il 2 per cento.
A Piazza Affari gli acquisti premiano soprattutto il comparto bancario, agevolato dal rapporto di Bankitalia sulle sofferenze del mese di luglio che ha evidenziato un sensibile calo, con gli npl tornati ai livelli di tre anni prima. Ben intonati in particolare UNICREDIT (+3,1%), BPER (+3,1%), BANCO BPM (+3%) e UBI (+2,2%).
In rialzo anche SAIPEM (+2%), FINECO (+1,6%) e POSTE ITALIANE (+1,5%). Poco mossa MEDIASET (+0,1%), in attesa che domani Vivendi presenti all’Agcom il piano per ridurre la quota nel Biscione.
Arretra nel finale STM (-0,4%) in attesa della presentazione dei nuovi iPhone che montano componenti del colosso italo francese dei microchip. Negativa pure LUXOTTICA (-0,6%) che potrebbe ritardare la fusione con Essilor a causa dei rischi di concentrazione che preoccupano l’Antitrust. Sottotono, infine, le utilities, con ENEL (-1%), SNAM (-1,4%) e TERNA (-1,2%) fra le ultime del listino principale.