I vertici di Bper punterebbero alla creazione di uno zoccolo duro di azionisti, a cui faccia capo una quota compresa tra il 25% e il 30% del capitale.
In questa prospettiva, Unipol potrebbe giocare un ruolo chiave in quanto socio rilevante della banca emiliana con poco meno del 10% del capitale, oltre a essere partner nella bancassurance.
La trasformazione in spa ha aperto un fronte di vulnerabilità dal punto di vista della governance per la banca, che ora punta a definire un nocciolo duro di controllo che possa dare stabilità all’istituto, come confermato qualche tempo fa anche dall’Ad Alessandro Vandelli.
Del nucleo stabile potrebbero far parte, oltre alla stessa Unipol, anche alcune fondazioni tra cui quella di Sardegna, attuale azionista con il 3,01%, nonché alcuni imprenditori privati, tra cui il pool che fa riferimento a Giorgio Pulazza e che detiene il 4,6% dell’istituto modenese.
Un quadro più chiaro si potrebbe avere in occasione dell’assemblea per il rinnovo del cda che si riunirà nella primavera 2018.
Secondo alcune fonti potrebbe tornare in auge, nonostante le smentite, l’ipotesi di integrazione tra Unipol Banca e Bper, dopo la pulizia di bilancio avviata dall’Ad della controllante Ugf e che prevede la creazione di una bad bank in cui far confluire i 3 miliardi di npl.
Intorno alle 10:45 Bper segna una flessione dello 0,4% a 4,79 euro, mentre Unipol sale dello 0,4% a 1,95 euro.