Chiusura poco mossa per le borse europee, in una giornata priva di spunti operativi rilevanti che al momento vede anche gli indici americani scambiare intorno alla parità dopo i record di ieri.
Il Ftse Mib di Milano archivia le contrattazioni invariato a 22.233 mila punti nonostante le vendite sostenute su Mediaset. Seduta in frazionale rialzo per il Dax di Francoforte (+0,2%), il Cac 40 di Parigi (+0,2%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,3%) mentre il Ftse 100 di Londra termina in flessione dello 0,3 per cento.
L’agenda macro non ha riservato grosse sorprese, con i dati in linea sull’inflazione tedesca di agosto e sulla produzione industriale dell’Eurozona di luglio entrambi con le attese. Unica eccezione il tasso di disoccupazione di luglio del Regno Unito, lievemente migliore delle stime (4,3% contro 4,4%), mentre i prezzi alla produzione degli Stati Uniti hanno registrato ad agosto un recupero leggermente inferiore alle previsioni.
Sul Forex il dollaro recupera terreno nei confronti delle altre valute, in attesa dei dati di domani sull’inflazione a stelle e strisce, che verranno osservati con particolare attenzione in vista della riunione di settimana prossima della Fed. L’euro/dollaro torna in area 1,19, mentre il dollaro/yen risale a 110,6. Il biglietto verde si apprezza anche rispetto alla sterlina dopo i minimi toccati ieri, riportando il GBP/USD a 1,322 in attesa delle decisioni di domani della Bank of England.
Tra le materie prime risale il petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 54,9 e a 48,9 dollari al barile, sostenuti anche dalle statistiche settimanali dell’Eia sulle scorte americane migliori del dato Api, nonostante l’incremento delle riserve di greggio e dello stock complessivo. Secondo quanto riportato da Bloomberg, inoltre, l’Opec e i Paesi alleati starebbero discutendo di prolungare gli accordi sui tagli alla produzione, in vista del meeting che si terrà a Vienna a fine novembre.
Sull’obbligazionario, infine, il rendimento del Btp risale al 2,03%, con il differenziale dal Bund tedesco in aumento di due punti base in area 163 punti base.
A Piazza Affari crolla MEDIASET (-5%), nel giorno del consiglio dell’Agcom sulla proposta di Vivendi per ridurre la partecipazione nel Biscione. Il titolo intanto ha incassato il downgrade di Macquarie da ‘outperform’ a ‘underperform’, con taglio del target price da 4,30 euro a 2,10 euro. La valutazione precedente teneva conto del possibile lancio di un’opa da parte di Vivendi, ipotesi che sembra essersi raffreddata con gli ultimi sviluppi.
Altra seduta debole anche per LUXOTTICA (-2,2%), su cui pesa l’allungamento dei tempi per l’aggregazione annunciata a inizio anno con Essilor. Dall’altra parte del listino invece avanzano UNIPOL (+2,4%) e YNAP (+2,2%). Ancora ben intonati i bancari, in particolare BANCO BPM (+1,7%), dopo che Ubs ha iniziato la copertura sul titolo con giudizio ‘buy’ e target price a 4 euro. Denaro pure su INTESA (+0,7 %), MEDIOBANCA (+0,6%) e UBI (+0,6%).
Acquisti pure su SAIPEM (+0,9%) e TENARIS (+1,6%) nel comparto oil&gas, mentre arretrano le utilities ENEL (-0,7%), ITALGAS (-1%) e TERNA (-1,4%), così come TELECOM ITALIA (-0,8%).