Apertura poco sotto la parità per le borse europee, dopo che la Corea del Nord ha lanciato un nuovo missile balistico che ha sorvolato il Giappone per poi inabissarsi nel Pacifico. Intorno alle 9:15, a Piazza Affari il Ftse Mib cede lo 0,2% in area 22.230 punti, con Prysmian in controtendenza. In lieve ribasso anche il Dax di Francoforte (-0,1%), il Cac 40 di Parigi (-0,1%), il Ftse 100 di Londra (-0,4%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,5%).
Sul fronte macro, dopo i dati sull’inflazione americana pubblicati ieri, si attende oggi una nuova serie di statistiche Usa, tra cui spiccano in particolare le vendite al dettaglio di agosto.
Intanto l’euro/dollaro si mantiene a 1,192, mentre il dollaro/yen risale a 110,7. Continua a rafforzarsi la sterlina, giunta a 1,343 sul biglietto verde, dopo che ieri la Bank of England ha aperto alla possibilità di un rialzo dei tassi di interesse nei prossimi mesi.
Tra le materie prime in lieve risalita l’oro, che si è riportato in area 1.330 dollari l’oncia. Rifiata, invece, il petrolio dopo i rialzi delle scorse sedute, con il Brent (-0,4%) a 55,2 dollari e il Wti (-0,3%) a 49,7 dollari.
Sull’obbligazionario, infine, il rendimento del decennale italiano riparte in area 2,05%, separato da un differenziale con l’omologo tedesco in area 163 punti base.
Tornando a Piazza Affari, ancora in rialzo PRYSMIAN (+0,8%), che aggiorna nuovamente il proprio massimo a 28,4 euro. Si mantiene su livelli record oltre quota 14 euro anche FCA (+0,3%), dopo i dati positivi di ieri sulle immatricolazioni in Europa e le continue voci sul possibile scorporo di Magneti Marelli.
Bene anche MONCLER (+0,6%), TENARIS (+0,5%) ed ENI (+0,2%), che ieri ha approvato la distribuzione di un acconto sul dividendo 2017 di 0,4 euro per ciascuna azione in circolazione alla data di stacco cedola del 18 settembre, con messa in pagamento il prossimo 20 settembre.
In lieve ribasso TELECOM ITALIA (-0,3%) sempre alle prese con la questione Vivendi, mentre proseguono le prese di profitto su UNIPOL (-1%).
Fuori dal paniere principale, affonda MAIRE (-6,3%) dopo che Arab Development Establishment ha venduto il 5% del capitale a 4,9 euro.