Nel primo semestre 2017 il gruppo Esprinet, attivo nella distribuzione “business-to-business” di informatica ed elettronica di consumo, ha consuntivato ricavi pari a 1.436,8 milioni, in crescita del 15,4% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. A parità di perimetro di consolidamento si stima che i ricavi netti consolidati sarebbero calati del 3 per cento.
Nel dettaglio, il giro d’affari della Sottogruppo Italia (64,8% dei ricavi consolidati) è rimasto sostanzialmente immutato su base annua ma escludendo l’apporto di Mosaico i ricavi avrebbero evidenziato una flessione intorno al 2 per cento.
Le vendite della Sottogruppo Iberica (35,2% dei ricavi di gruppo) hanno mostrato un incremento del 60% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente, ma senza l’effetto delle acquisizioni di Vinzeo Tecnologies e V-Valley Iberian il dato avrebbe subito una flessione stimata del 7 per cento.
Variazione negativa per l’Ebitda, in contrazione su base tendenziale del 25,1% a 12,3 milioni, con un’incidenza sui ricavi diminuita dall’1,3 allo 0,9 per cento.
Sulla stessa scia l’Ebit, che si è ridotto del 31,3% a 9,8 milioni, con una riduzione del relativo margine sui ricavi allo 0,68% dall’1,15 per cento, per effetto prevalentemente di un peggioramento dell’incidenza dei costi operativi (-4,87% nel 2017 rispetto a -4,75% nel 2016) conseguente all’ampliamento del perimetro di consolidamento. A parità di perimetro l’utile operativo del semestre si sarebbe attestato a 7,1 milioni (-50% a/a).
Il conto economico si è chiuso con un utile netto pari a 6,3 milioni, in diminuzione del 39,5% rispetto ai 10,4 milioni del pari periodo 2016.
La posizione finanziaria netta puntuale consolidata al 30 giugno è negativa per 143,2 milioni e si confronta con una liquidità netta pari a 105,4 milioni al 31 dicembre 2016. Il peggioramento della posizione finanziaria netta puntuale di fine periodo principalmente si riconnette all’andamento del livello del capitale circolante puntuale al 31 marzo 2017 che risulta influenzato sia da fattori tecnici, in gran parte estranei all’andamento dei livelli medi dello stesso circolante, sia dal grado di utilizzo più o meno elevato dei programmi di factoring “pro soluto” dei crediti commerciali nonché dall’operazione di cartolarizzazione degli stessi.