Occhi puntati sull’offerta pubblica di vendita di Pirelli che, partita oggi, si concluderà il 28 settembre. Molto alta l’attenzione degli investitori sia a livello italiano che internazionale. Pirelli sarà a Milano il 4 ottobre. Lo ha detto questa mattina Marco Tronchetti Provera, che ha parlato di un debito sotto le attese e di un dividendo a partire dal 2019 al 40% dell’utile. Tronchetti Provera ha annunciato che si ritirerà dalla Pirelli, nel 2020, a 72 anni.
Secondo i dati di Dealogic si tratta della più grande IPO del 2017 a livello europeo e della seconda a livello globale dietro a Snapchat. Si può quindi parlare dell’arrivo in borsa di una “Pirellona” (così ai tempi veniva definita la società operativa quotata, distinguendola dalla controllante “Pirellina”, ossia la Pirelli & C).
“E’ un evento storico per Pirelli, va in Borsa una start up con 145 anni di vita”. Così Marco Tronchetti Provera, amministratore delegato e vicepresidente esecutivo del gruppo, ha introdotto questa mattina il ritorno alla quotazione della società milanese dopo un’assenza di due anni. Il debutto, ha confermato Marco Graffigna di Banca Imi, che cura il collocamento dei titoli, è fissato per il 4 ottobre, mentre il prezzo definitivo delle azioni, compreso tra 6,3 e 8,3 euro, sarà fissato il 29 settembre. Il valore di collocamento è così compreso fra 2,205 e 2,905 miliardi di euro per una capitalizzazione fra 6,3 e 8,3 miliardi di euro.
Entro fine 2017 il rapporto debito/ebitda scenderà sotto 3 volte. “ Grazie a una generazione di cassa che prevediamo nei prossimi anni – ha aggiunto – e che ci permette di guardare al 2020 con una riduzione del debito sotto 2 volte l’ebitda senza alcuna preoccupazione, e mantenendo un livello di dividendo al 40% sull’utile netto”.
Lo sbarco in borsa di Pirelli segnerà anche lo scioglimento di Marco Polo, il veicolo che controllava il 100% del gruppo della Bicocca. Marco Polo cesserà dunque l’attività di “direzione e coordinamento”. Attualmente i soci della holding sono i cinesi di ChemChina (65%), Camfin (22,4%) e i russi di Lti (12,6%), le cui quote però cambieranno in sede di quotazione. In particolare, è previsto che ChemChina scenda sotto la soglia del 50%.
“Nessuno ha manifestato voglia di vendere – ha specificato Tronchetti Provera – né da parte dei russi né da parte di ChemChina. E nessuno ha fatto pressione per vendere anticipatamente o uscire”.
ll gruppo specializzato nella produzione di pneumatici tornerà a Piazza Affari (e questa volta anche a Francoforte) solo come società consumer – unico caso al mondo, ha sottolineato Tronchetti Provera – dopo aver migliorato il portafoglio di omologazione con le case automobilistiche auto di fascia alta. La redditività è cresciuta di quasi 200 milioni di euro in due anni, oltre le attese del management.