Utility – Lettera per il settore (-1,3%) nell’ottava, A2A (-0,5%) limita i danni

Settimana all’insegna delle prese di beneficio per il Ftse Italia Servizi Pubblici (-1,3%), dopo ben due ottave consecutive concluse con un rialzo entrambe dell’1 per cento. In realtà, la scorsa settimana era partita bene per l’indice dei titoli tricolori del settore utility e delle rinnovabili che, nell’avvio della seduta di martedì, aveva conquistato il nuovo record storico a 28.864,3 punti. Ma già nella stessa giornata borsistica, il paniere in esame aveva concluso le contrattazioni in flessione, a cui sono seguite altre tre chiusure consecutive di seduta con il segno meno.

In termini relativi, la performance portata a casa la scorsa settimana dal Ftse Italia Servizi Pubblici è stata poi decisamente peggiore rispetto a quella dell’indice principale di piazza Affari, cioè il Ftse Mib (+2,1%), che ha beneficiato del rialzo dei bancari e di alcuni industriali, ma migliore rispetto a quella dello Stoxx Europe 600 Utilities (-1,9%). A pesare sull’andamento dei titoli del settore in esame nel vecchio Continente anche il rialzo dei rendimenti sui titoli di Stato, soprattutto dei Paesi Periferici (Italia e Spagna) lungo tutta la curva.

Da segnalare anche che all’interno del Ftse Italia Servizi Pubblici, nessun titolo tra le Big e le Mid Cap è riuscito a concludere la seduta dello scorso venerdì pomeriggio su livelli superiori a quelli raggiunti alla chiusura di contrattazioni dell’8 settembre. In questo debole contesto, A2A (-0,5%) ha registrato la migliore performance settimanale nell’ambito dei due segmenti di Borsa Italiana, con la multi-utility lombarda che negli scorsi giorni ha aggiunto un altro tassello all’espansione territoriale. Il gruppo guidato da Luca Valerio Camerano ha esercitato il proprio diritto di prelazione, portando così al 90% la partecipazione in Lumenergia, società di distribuzione di luce e gas nel territorio compreso tra i laghi d’Iseo e Garda.

Ottava caratterizzata dalla prevalenza delle vendite, invece, per Italgas (-1,9%), nonostante lunedì sia stata lanciata con successo un’emissione obbligazionaria con scadenza 18 gennaio 2029, a tasso fisso per un ammontare di 500 milioni di euro con cedola annua dell’1,625%. Il nuovo bond servirà a ottimizzare la struttura finanziaria di Italgas, estendendo la vita media e incrementando la quota a tasso fisso. L’operazione ha fatto registrare una domanda pari a 2,6 volte l’offerta. I vertici del gruppo torinese hanno poi confermato che sarà presentata una proposta vincolate sulle sole attività di distribuzione di Gas Natural entro venerdì, cioè entro il termine stabilito dal gruppo energetico spagnolo per la presentazione delle binding offer.

Nell’ambito delle Mid Cap, settimana da dimenticare per Iren (-3,5%), con il Comune di Torino e quello di Genova che hanno ufficialmente in programma la cessione sul mercato di una quota di minoranza della multi-utility quotata, pari al 5,5% del capitale. Nel dettaglio, giovedì la giunta del capoluogo piemontese e quella del capoluogo ligure hanno dato il via libera alla cessione delle azioni Iren detenute da Finanziaria Sviluppo Utilities (FSU) che non sono state sottoposte ai vincoli del patto sindacale, stipulato nel maggio del 2016. Nei prossimi giorni è previsto il passaggio del provvedimento nelle aule dei rispettivi consigli comunali per il sì definitivo. Ricordiamo che FSU è controllata pariteticamente dal Comune di Torino e dal Comune di Genova e detiene il 35,96% del capitale ordinario della multi-utility quotata.

Negativo il bilancio delle ultime cinque sedute per Hera (-2%), con la consultazione popolare dello scorso 10 settembre a Carpi sulle possibili operazioni di aggregazione riguardanti la principale multi-utility locale che non ha raggiunto il quorum, pari a 50% degli aventi diritto. In pratica, i cittadini del Comune dell’Emilia-Romagna erano stati chiamati a decidere se Aimag doveva fondersi o meno con una delle tre seguenti società: Hera, Tea Mantova e Estra/Piacere. E anche se il 97% di chi si è recato alle urne si è detto favorevole a un’operazione di aggregazione, il referendum non è stato convalidato.

Tornano le vendite su Acea (-1,4%), con il sindaco di Roma, Virginia Raggi, che ha dichiarato che non ha alcuna intenzione di sottoporre all’attenzione della sua giunta la cessione del 10% del capitale della multi-utility quotata, mantenendo così l’attuale quota del 51% del capitale. La possibile vendita di una quota di minoranza di Acea era stata suggerita nei giorni scorsi al Campidoglio dall’ex-assessore al Bilancio dello stesso Comune di Roma, Andrea Mazzillo, sottolineando che le risorse finanziarie provenienti da questa dismissione potevano essere impiegate nella riduzione dell’enorme debito dell’azienda di trasporto urbano Atac.

Nell’ambito delle azioni delle società a bassa capitalizzazione, cioè le Small Cap, forti vendite nelle prime tre sedute della scorsa ottava su Gruppo Waste Italia (-5,1%), con il Tribunale di Milano che ha stabilito che entro il 12 gennaio 2018 dovrà essere presentata una proposta definitiva di concordato preventivo (con il piano e la documentazione) o una domanda di omologa di accordi di ristrutturazione dei debiti. È prevista poi la nomina un commissario giudiziale nella persona del dott. Stefano Inzoli. Allo scadere delle date del 14 ottobre, 13 novembre e 13 dicembre 2017, Gruppo Waste Italia avrà l’obbligo di depositare in cancelleria una situazione finanziaria aggiornata dell’impresa, trasmettendone una copia al commissario giudiziale, cui dovrà anche inviare una breve relazione informativa ed esplicativa, redatta dal suo legale, sullo stato di predisposizione della proposta definitiva, nonché sulla gestione corrente, anche finanziaria del gruppo.