Avvio di mattinata sotto i riflettori per i titoli del gruppo italiano attivo nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
A metà mattinata le quotazioni di Alerion Clean Power stazionano a 2,866 euro, in rialzo del 12,3% rispetto alla chiusura di ieri a 2,552 euro, con circa 193mila pezzi scambiati rispetto a una media a 100 sedute pari a 15mila pezzi.
Ad alimentare gli acquisti odierni la decisione presa ieri dalla Consob di obbligare Fri-El a lanciare entro 20 giorni un’Offerta pubblica d’acquisto (Opa) totalitaria al prezzo unitario di 2,9 euro sui titoli di Alerion Clean Power. Ricordiamo che il gruppo di Bolzano era riuscito a nominare i componenti del consiglio di amministrazione nel corso dell’assemblea dei soci dello scorso 31 gennaio, riuscendo ad avere la meglio nei confronti della cordata Edison-F2i titolare a sua volta del 38,6% del capitale del gruppo quotato.
Dopo l’assemblea di fine gennaio il gruppo guidato da Josef Gostner aveva proseguito nell’Offerta pubblica di scambio (Ops) totalitaria e volontaria di azioni Alerion, di cui deteneva già il 29,9%, in obbligazioni Fri-El dal valore di 3 euro. A inizio giugno, la Commissione Nazionale per la Società e la Borsa aveva, però, bloccato l’Ops in via cautelare per verificare l’esistenza o meno di un possibile accordo occulto tra la Stafil di Peter Stadler e la stessa Fri-El per battere il duo Edison-F2i nell’assemblea di fine gennaio.
Ieri, l’Autorità guidata da Giuseppe Vegas ha concluso la verifica dichiarando che la Stafil, attraverso gli acquisti effettuati il 28 dicembre del 2016, divenendo poi titolare di circa l’1,4% del capitale di Alerion, ha determinato il superamento della soglia del 30% nel gruppo eolico. Consob ha osservato che poiché si è trattato di “un’azione di concerto con Fri-El volta ad acquisire il controllo della società bersaglio”, ne deriva l’obbligo di un’Opa totalitaria da promuovere entro 20 giorni a 2,9 euro per azione.
A questo punto Fri-El potrebbe ricorrere al Tar oppure attenersi a quanto imposto dalla Commissione. Nel caso in cui, viceversa, si rifiutasse di lanciare l’Opa andrebbe incontro alla sterilizzazione della quota eccedente il 30% che ha concorso a formare il patto occulto e soprattutto a una sanzione che andrebbe da importo minimo a uno massimo rappresentato dall’intero potenziale esborso per l’Opa totalitaria (cioè per il 69% delle quote di Alerion).